Maître d'oeuvre. Scritti e conversazioni di architettura - 9788822903983

Maître d'oeuvre. Scritti e conversazioni di architettura: «Utilizzerò due termini per parlare degli architetti e di volta in volta userò il termine mestiere contrapponendolo a quello di professione. In questo testo la parola professione sarà considerata negativamente perché io credo che un architetto non sia tanto un professionista ma piuttosto una persona che esercita il mestiere, un uomo del mestiere. Non si dice che un artista è un professionista, se non per prenderlo in giro. Si dice al contrario che esercita un mestiere». Queste righe fanno parte di una lettera che Fernand Pouillon indirizza ai giovani che si apprestano ad affrontare il suo mestiere. L'architetto, per lui, non è tanto e solo l'ideatore di un progetto, quanto un maître d'oeuvre, espressione con la quale nel Medioevo si indicava il capomastro, colui che organizzava il cantiere seguendone lo svolgimento, dirigeva tutte le diverse competenze coinvolte e sceglieva i materiali, tenendo sempre presente l'orizzonte urbano. Tutto il contrario di oggi visto che l'architetto se ne sta perlopiù rintanato nel suo studio «alla stregua di un notaio». Rem Koolhaas ha manifestato di recente la sua ammirazione per l'impostazione, al contempo modernista e classicista, di Pouillon, osservando come la sua opera in Francia come in Algeria abbia la rara capacità di «fare i conti con la vita e di realizzare [...] una vera integrazione fra la città e l'architettura». Attraverso tre saggi e tre interviste, tutti finora inediti in italiano, il volume restituisce il pensiero e l'attualità della ricerca in campo teorico e costruttivo di uno dei più controversi e avventurosi architetti de
"I will use two terms to talk about architects and from time to time I will use the term craft contrasting it with that of profession. In this text the word profession will be considered negative because I believe that an architect is not so much a professional but rather a person who exercises the profession, a man of the trade. It is not said that an artist is a professional, except to make fun of him. On the contrary, it is said that he is in a job." These lines are part of a letter that Fernand Pouillon directs to young people who are preparing to face his craft. The architect, for him, is not so much and only the creator of a project, as a ma'tre d'oeuvre, an expression with which in the Middle Ages was indicated the foreman, the one who organized the construction site following its unfolding, directed all the different skills involved and he chose the materials, always keeping in mind the urban horizon. Quite the opposite today, since the architect is mostly holed up in his studio "like a notary". Rem Koolhaas recently expressed his admiration for Pouillon's modernist and classicist approach, noting that his work in France as in Algeria has the rare ability to "come to terms with life and to realize [...] a true integration between the city and the architecture." Through three essays and three interviews, all so far unpublished in Italian, the book returns the thought and topicality of research in the theoretical and constructive field of one of the most controversial and adventurous architects of