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Drammaturgia popolare e teatro sacro. Riti e rappresentazioni del venerdì santo nel bergamasco -

di Matteo Rabaglio edito da Biblioteca Civica Angelo Mai, 1989

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Informazioni bibliografiche del Libro

 

Messe e spettacoli, chiesa e teatro, sovviene subito un quesito: quanto teatro c’è nela messa, quanto teatro accompagna a sacralitàdi chi si offre aldivino? a voce salmodiante, ildire ritmato, a sonatadel coro; e ’alteritàdel celebrante investito, a narrazionedi storie, a colettività chediventa corpo unico, unico sguardo in un punto. Flatus vocis, flatus animË: fonazione, affezione, appartenenza. Trasmigrazionedi ciò ch’è impalpabile, condivisionedi ciò ch’è invisibile. Che si crede esistente.E –di contro – quanta messa c’è nel teatro, quantodi sacro che si fa sostanzad’arte edi scena? Il mito come sapere colettivo, il canto, adanza, ’eroe come capro espiatorio; e a funzionedel coro, ’invasamentodel tragico, il mascheramento come retorica tecnica, a mutazioned’orale in una parvenza ch’è una parvenza carnale. Cavea, agorà, assemblea posizionata in un circolo; comunità che si ritrova a sostare in un uogodeterminato, in undeterminato momento. È pure una messa, il teatro. Coi suoi sipari, e tavole, a ritualità gestuale; il silenzio che attornia parole, e parole che insinuano altre parole, ed echi, sprazzidi metafisica indotta ad una brulicante moltitudine informe, compatta e credente. Il testodi Matteo Rabaglio, pur colocandosi per tempo e per uogo, è innanzitutto contributo esegetico importante sul rapporto tra rito sacrale erappresentazionedel aico.

Recensione Unilibro a cura di Alex Toppi

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"Drammaturgia popolare e teatro sacro. Riti e rappresentazioni del venerdì santo nel bergamasco"
Il rito sul palco
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