Muse del disincanto. Poesia italiana del Novecento. Un'antologia critica - 9788832825008

Muse del disincanto. Poesia italiana del Novecento. Un'antologia critica: Nella storia della nostra poesia, il Novecento appare il secolo in cui sono state superate e infrante diverse frontiere; mai tante voci dispiegate in così evidente contrasto hanno fatto sentire il loro appello a muse tanto inquietanti: progetti di destrutturazione e ricostruzione, accordi discordi, entusiastici fervori d'avanguardie e malinconiche nostalgie, proclami d'impegno e disimpegno, coscienza del vuoto esistenziale nell'«oblio dell'Essere» e più o meno consapevoli neoromanticismi. In quest'antologia, dove trovano spazio anche quei poeti ingiustamente considerati "minori" dalla critica, Silvio Raffo indaga tutte le aritmie del «pensiero poetante», tutte le correspondances e le dissonanze fra le varie tendenze. E lo fa con un'acribia filologica sempre accompagnata da un tono di affabile partecipazione: di poeta prima che di critico, convinto che sia necessaria la sopravvivenza di una poesia "alta", equivalente a una scienza irrinunciabile di natura carsica, invisibile agli occhi dei poteri mondani eppure essenziale alla vita dell'anima; una poesia che possa ancora difendere nel «fuoco delle controversie» il valore di quella bellezza che dovrebbe salvare il mondo.
In The history of our poetry, the Twentieth century appears in which several frontiers have been overcome and broken; Never so many voices deployed in such a clear contrast have made their call to muse so disturbing: projects of destructuring and reconstruction, discordant agreements, enthusiastic rabid of avant-garde and melancholy nostalgia, proclamation of commitment and Disengagement, consciousness of existential emptiness in "Oblivion of Being" and more or less aware of neo-fascism. In This anthology, where even those poets are unjustly considered "minor" by the critics, Silvio Raffo investigates all the arrhythmias of the "poetising thought", all the correspondances and the dissonances between the various tendencies. And it does so with a philological acribia always accompanied by a tone of affable participation: of poet before that of critic, convinced that it is necessary the survival of a poem "High", equivalent to an indispensable science of karst nature, invisible to Eyes of worldly powers yet essential to the life of the soul; A poem that can still defend in the "fire of disputes" the value of that beauty that should save the world.