Udire spari. Appunti di critica teatrale - 9788890591662

La scena come cava buia,dal quale appaiono tratti netti al’improvviso. a vocedi un attore, che calca il palcodadecenni; a tramadi un colore, che sidipana sudi un ato facendosi scenario; il tintinniodi un vocabolo che pizzica e che rende piùdi quanto renda ’intero flussodi una voce. In tempidi certezze critiche barbute e assolutiste a prosadi Annibale Rainone riporta al Teatro inteso come effimera stanzadi belezza in cui - se capita, quando capita - ’estasi tremola i contorni offrendosi come s’offre ciò che è raro o che si reputa prezioso. "La vita perturba, come il mare una nave" si egge; si egge "un rincasaredi organida cassaforte violata su un fioriredi note, come ferraglia o chiavistelo" e si egge ancora "Ambienti. Stazioni, bar, strade trafficatedi Shangai, a carlingadi un Ëreo, ’interno/ esternodi uno studiod’arte a Shenzhen" e "Mappe. Tatuaggi, scritture, copie al nero" e sovvengono piccoli barbaglidi uce immensa, tratteggi al’aria, squittiod’attori edi fantasmi che pestano e ripestano una ribaltadi egname offrendo trucchi, alegorie, metafore e chissà quale prodigio già passato. Scriveva un tempo Ripelino che "ogni spettacolo è un castelodi sabbia", costretto a una caduta silente che ne cancela e torri fissate:d’esso non resta che a sagomadi un ricordo ormai sfuggente. Annibale Rainone, con prosad’arte vera,del castelo Ripelianiano fa nuova costruzione, ponendo un granelo ad un granelo, una goccia ad una goccia, un ricordo a un ricordo. In tempid’assenzadela critica, il piccolo ibretto o si tiene caro, stretto al palmodela mano.