Un anno con Salinger - 9788854508682

Un anno con Salinger: Gonna e maglioncino da ragazza perbene, stile Sylvia Plath allo Smith College, ogni mattina Joanna Rakoff si reca sulla Quarantanovesima ed entra nel palazzo stretto e anonimo in cui ha sede l'agenzia letteraria dove lavora. Un'agenzia antica, prestigiosissima, probabilmente la più antica tra quelle ancora in attività nella metà degli anni Novanta a New York. Lì sta seduta tutto il giorno, con le gambe accavallate su una poltroncina girevole a rispondere agli ordini del suo capo, la "direttrice" dalle dita lunghe, snelle, bianche che si accende una sigaretta dietro l'altra con un'enfasi degna di Lauren Bacali. Ogni frase, ogni gesto e commento della direttrice, e di Olivia, Max e Lucy gli agenti, un distillato del fascino démodé dell'Agenzia con le loro presentazioni al KGB Bar, e la loro vita fatta di una sequenza infinita di feste - le rammentano che l'agenzia non è solo un'azienda, ma uno stile di vita, una cultura, una comunità, una casa. Qualcosa di più simile a una società segreta o a una religione, con dei rituali ben definiti e delle divinità da adorare: Fitzgerald, una sorta di semidio; Dylan Thomas, Faulkner, Langston Hughes e Agatha Christie, divinità minori e, alla guida del pantheon, la più pura, assoluta divinità, lo Scrittore rappresentato da sempre dall'agenzia: Jerry, alias J.D. Salinger. Avvezza già all'era digitale dei Macintosh nella New York della metà degli anni Novanta, Joanna viene spedita davanti a un dittafono, un aggeggio degli anni Cinquanta deliziosamente arcaico e, insieme, sinistramente futuribile, e poi di fronte a una macchina da scrivere, a
Skirt and sweater from decent girl, Sylvia Plath at Smith College, every morning Joanna Rakoff goes on 49th and enters the narrow building and anonymous in which the literary agency where she works. An old, prestigious Agency, probably the oldest among those still in business in the mid-1990s in New York. There's sitting all day, with the legs crossed on a swivel chair to respond to the orders of his boss, the "Director", long slender fingers, white lights a cigarette after another with an emphasis of Lauren Bacali. Every phrase, every gesture and comment of the leader, and Olivia, Max and Lucy agents, a distillate of d??mod?? charm with their agency's presentations at KGB Bar, and their life is made of an infinite sequence of festivals-recall that the Agency is not only a company, but a way of life, a culture, a community, a House. Something more akin to a secret society or religion, with well-defined and rituals of the deities to worship: Fitzgerald, a sort of demigod; Dylan Thomas, Faulkner, Langston Hughes and Agatha Christie, and lesser deities, the pantheon, the most pure, absolute divinity, the writer always represented by: Jerry, aka J.D. Salinger. Already accustomed to the Macintosh digital in New York in the mid-1990s, Joanna is sent before a dictaphone, a contraption of the fifties ...