L'intransigenza nella Curia. Il cardinale Francesco Luigi Fontana (1750-1822) - 9788838247170

L'intransigenza nella Curia. Il cardinale Francesco Luigi Fontana (1750-1822): La Curia romana dell'epoca napoleonica e della Restaurazione fu sottoposta ad una continua pressione causata dall'incalzare degli eventi di quella fase turbolenta della storia. La politica, la cultura religiosa diffusa e le diverse correnti d'idee entrarono in crisi: dall'ancien régime si passò all'ordine napoleonico, fino a trovare un nuovo equilibrio con la Restaurazione. La Chiesa visse lo stesso complesso assestamento con un papa, Pio VI, morto prigioniero in esilio, e il suo successore, Pio VII, deportato per non pochi anni. In quei tempi di cambiamento la Curia romana dovette aiutare il papa a posizionarsi di fronte alle novità sociopolitiche e la vita di Francesco Luigi Fontana può essere considerata come un caso esemplare di questa opera di ricollocamento. Religioso barnabita, qualificato consultore della Santa Sede e solo infine cardinale, Fontana fece coincidere le proprie sorti con quelle del Papato, divenendone in qualche modo un simbolo (nei travagli, nelle difficoltà e nelle tensioni cui andarono incontro i collaboratori di Pio VII). Portatore dell'ormai superata erudizione settecentesca, riuscì ad aprirsi alla nuova cultura postnapoleonica, divenendone un esponente nella Roma papale sotto una particolare declinazione: l'intransigenza. È proprio quest'ultima categoria interpretativa a permettere di indagare le posizioni intellettuali, teologico-politiche ed ecclesiologiche di buona parte degli uomini della Curia romana del tempo. Fontana, infatti, può essere annoverato tra i primi curiali ad incarnare la sensibilità intransigente che nel corso dell'Ottocento s
The Roman Curia of the Napoleonic era and the Restoration was subjected to constant pressure caused by the pressing of the events of that turbulent phase of history. Politics, widespread religious culture and different currents of ideas came into crisis: from the ancien régime we moved to the Napoleonic order, until we found a new balance with the Restoration. The Church lived the same settlement complex with a pope, Pius VI, who died a prisoner in exile, and his successor, Pius VII, who was deported for a few years. In those times of change the Roman Curia had to help the pope to position himself in the face of sociopolitical novelties and the life of Francesco Luigi Fontana can be considered as an exemplary case of this work of relocation. Religious barnabita, qualified adviser to the Holy See and only finally cardinal, Fontana made his fortunes coincide with those of the Papacy, becoming in some way a symbol (in the travails, difficulties and tensions to which the Pius VII). The bearer of the now outdated 18th-century erudition, he managed to open himself up to the new post-Napoleonic culture, becoming an exponent in papal Rome under a particular declination: intransigence. It is precisely this latter category that allows to investigate the intellectual, theological-political and ecclesiological positions of most of the men of the Roman Curia of the time. Fontana, in fact, can be counted among the first curiositals to embody the uncompromising sensibility that during the nineteenth century