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Il latino dei primi secoli (IX-VII a.C.) e l'etrusco - 9788889291214
di Giovanni Rapelli edito da Società Editrice Romana, 2014
Informazioni bibliografiche del Libro
- Titolo del Libro: Il latino dei primi secoli (IX-VII a.C.) e l'etrusco
- Autore: Giovanni Rapelli
- Editore: Società Editrice Romana
- Collana: Italiateneo
- Data di Pubblicazione: 2014
- Genere: LINGUE ITALICHE. LATINO
- Argomenti : Lingua latina Lingua etrusca
- Pagine: 240
- Dimensioni mm: 240 x 0 x 0
- ISBN-10: 8889291214
- ISBN-13: 9788889291214
Il latino dei primi secoli (IX-VII a.C.) e l'etrusco: Il volume propone due questioni fondamentali: il forte influsso linguistico esercitato dagli indigeni etruschi di Roma sui sopraggiunti pastori latini e la presenza nella lingua etrusca di due strati ben identificabili, uno di tipo anatolico-caucasico (più antico) e l'altro di tipo indoeuropoide. L'A. parte da un esame - il più accurato mai svolto fin qui -della fonetica etrusca, arrivando a conclusioni sorprendenti. Molti termini latini ai quali era vagamente attribuita un'origine etrusca assumono in questa ottica una veste etrusca più giustificata. La scarsità del lessico etrusco finora ricavato dalle iscrizioni e dalla famosa benda della Mummia di Zagabria è, purtroppo, di ostacolo a qualsiasi tentativo di interpretazione; tuttavia, si dispone di molti elementi nel latino, nella toponomastica delle zone colonizzate dagli Etruschi e nell'onomastica personale di Roma, che permettono di ricostruire con attendibilità voci etrusche non attestate. Le etimologie latine proposte nel corso del tempo risentono di un pesante condizionamento che si è dimostrato spesso fuorviante. I linguisti hanno ricercato quasi esclusivamente nel campo dell'indoeuropeo, effettuando molte ricostruzioni cervellotiche e in definitiva false. Dal quadro offerto da questo studio Rapelli cerca di far emerge una realtà finora poco compresa: il ruolo importantissimo che ebbe l'etrusco nella formazione del latino che poi diventerà il latino classico, la lingua del potente Impero di Roma. Il latino dei pastori nomadi del IX secolo a.C. era ben più povero di quello di sette secoli dopo. La lingua era allora a
The volume proposes two fundamental questions: the strong linguistic influence exerted by the Etruscan natives of Rome on the Latin shepherds and the presence in the Etruscan language of two clearly identifiable layers, one of Anatolian-Caucasian type (older) and the other of Indo-Europoid type. The A. It starts from an examination - the most accurate ever carried out so far - of Etruscan phonetics, arriving at surprising conclusions. Many Latin terms to which an Etruscan origin was vaguely attributed assume a more justified Etruscan guise in this perspective. The scarcity of the Etruscan lexicon so far derived from the inscriptions and the famous bandage of the Zagreb Mummy is, unfortunately, an obstacle to any attempt at interpretation; however, there are many elements in Latin, in the toponymy of the areas colonized by the Etruscans and in the personal onomastics of Rome, which allow us to reliably reconstruct unattested Etruscan voices. The Latin etymologies proposed over time suffer from a heavy conditioning that has often proved misleading. Linguists have researched almost exclusively in the field of Indo-European, making many brainy and ultimately false reconstructions. From the picture offered by this study Rapelli tries to bring out a reality so far little understood: the very important role that the Etruscan had in the formation of Latin that will later become classical Latin, the language of the powerful Empire of Rome. The Latin of the nomadic shepherds of the ninth century BC was much poorer than that of seven centuries later. The language was then a
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