Undici buone ragioni per una pausa - 9788833919713

Undici buone ragioni per una pausa: Esiste un tratto quasi terminale della corsa - quando l'inizio è dimenticato e la fine è certa e verosimilmente prossima, ma non ancora arrivata - che viene rischiarato da una sorprendente lucidità, come da una luce più forte. È la sola parte dell'universo e del tempo che possa essere raccontata: le prime cose sono avvolte nella foschia di un passato senza memoria, le ultime accadono per definizione quando non è più possibile riferirne. Penultime cose è il confine dato al racconto: uscirne è prerogativa del titano o, più facilmente, del ciarlatano, non dello scrivano. A lui restano argomenti indubbiamente penultimi ma non privi di peso, come inferno, bontà, attesa, nostalgia, partenze, ritorni, paternità, fantasmi, comunismo. Babbo Natale, calura e febbre. E poi Armenia. Argentina. Asia, Jugoslavia e cerchia dei Navigli. E sogni. Se ne può trarre qualcosa di interessante, guidati dalla domanda sulla finitezza: ultima cosa o penultima? E sull'infinito: penultima cosa o ultima? La risposta è un ago che oscilla fra nichilismo e allegria, e la guida per approssimarla si può trovare nei luoghi più inattesi, come la matematica e le biglie con cui gioca Dio.
There is a sudden almost race-terminal when the beginning is forgotten and the end is certain and likely to be next, but not here yet-that is illuminated by a surprising lucidity, as by a stronger light. And the only part of the universe and the time it can be told: the first things are shrouded in the mist of a past without memory, the latest happening by definition when it is no longer possible to report back. Penultimate thing is the line given to the story: get out of it is the prerogative of the Titan or, more easily, the charlatan, not the scribe. To him remain topics undoubtedly penultimate but not weightless, as hell, goodness, waiting, longing, departures, returns, fatherhood, ghosts, communism. Santa Claus, heat and fever. And then Armenia. Argentina. Asia, Yugoslavia and Navigli district. And dreams. Can be drawn from it something interesting, driven by demand on finiteness: last thing or penultimate? And the infinite: penultimate thing or last? The answer is a needle that swings between nihilism and cheerfulness, and driving to approximate it can be found in the most unexpected places, like math and marbles with which to play God.