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Sirene siciliane. L'anima esiliata in «Lighea» di Giuseppe Tomasi di Lampedusa - 9788871861616
di Basilio Reale edito da Moretti & Vitali, 2000
- Prezzo di Copertina: € 11.50
- € 10.93
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Informazioni bibliografiche del Libro
- Titolo del Libro: Sirene siciliane. L'anima esiliata in «Lighea» di Giuseppe Tomasi di Lampedusa
- Autore: Basilio Reale
- Editore: Moretti & Vitali
- Collana: Amore e Psiche
- Data di Pubblicazione: 2000
- Genere: letteratura italiana: critica
- Argomento : Tomasi di Lampedusa, Giuseppe
- Pagine: 150
- Dimensioni mm: 166 x 116 x 12
- ISBN-10: 8871861612
- ISBN-13: 9788871861616
Nel 1956 Giuseppe Tomasidi ampedusa è uno scrittore nascosto, segreto, privato.da un anno ha cominciato a vergare ’Il Gattopardo’ tenendo i fogli, scritti ogni giorno, rinchiusi sul fondod’un vecchio cassettod’un vecchio scrittoio.d’un tratto interrompe a fluida creazione romanza: cos’è chedisturba,distoglie, richiama attenzione? Quale altra vicenda prende possessodel placido e rubizzo scrittore? Nel 1956 Giuseppe Tomasidi ampedusa interrompe a stesuradel romanzo e comincia a stesuradi un racconto. Titolo provvisorio: ’La sirenÒ. Suo personaggio-principe: il grecista Rosario a Ciura, accademicodi grande ignaggio, uomo sepolto tra i ibri e sepolto tra bustidi marmo, pergamene arricciate, antichi ritrattidi miti più antichi. Svolgimento: una traversata marina, un molo e a casa, il gorgheggio nel’ariadegli studi elenici ed una sirena che s’affaccia ala terra, che ala terra si offre, che si offre a Rosario a Ciura. Seguirà a scomparsa:dela sirena,del protagonista,dela storia. Non siamo che al’iniziodi un racconto fantastico, che assume valenza molteplice e che spinge critici arguti ad esegesi, interpretazioni ed analisi ardite. Vale anche per Basilio Reale, che egge e rilegge ’LigheÒ (il titolodefinitivodela novela) come a narrazione favolisticadi un esiliodel’anima,di un’assenza a sé stesso,di una insofferenza ala propria corazza, ala propria natura, al propriodestino. Saggio che si fa eggere in breve, ha ildonodi scrutare Tomasidi ampedusa perdarcene non ildisegno generico e superficialmente completo ma un piccolo tratto, amaramente perfetto
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Nel 1956 Giuseppe Tomasidi ampedusa è uno scrittore nascosto, segreto, privato.da un anno ha cominciato a vergare ’Il Gattopardo’ tenendo i fogli, scritti ogni giorno, rinchiusi sul fondod’un vecchio cassettod’un vecchio scrittoio.d’un tratto interrompe a fluida creazione romanza: cos’è chedisturba,distoglie, richiama attenzione? Quale altra vicenda prende possessodel placido e rubizzo scrittore? Nel 1956 Giuseppe Tomasidi ampedusa interrompe a stesuradel romanzo e comincia a stesuradi un racconto. Titolo provvisorio: ’La sirenÒ. Suo personaggio-principe: il grecista Rosario a Ciura, accademicodi grande ignaggio, uomo sepolto tra i ibri e sepolto tra bustidi marmo, pergamene arricciate, antichi ritrattidi miti più antichi. Svolgimento: una traversata marina, un molo e a casa, il gorgheggio nel’ariadegli studi elenici ed una sirena che s’affaccia ala terra, che ala terra si offre, che si offre a Rosario a Ciura. Seguirà a scomparsa:dela sirena,del protagonista,dela storia. Non siamo che al’iniziodi un racconto fantastico, che assume valenza molteplice e che spinge critici arguti ad esegesi, interpretazioni ed analisi ardite. Vale anche per Basilio Reale, che egge e rilegge ’LigheÒ (il titolodefinitivodela novela) come a narrazione favolisticadi un esiliodel’anima,di un’assenza a sé stesso,di una insofferenza ala propria corazza, ala propria natura, al propriodestino. Saggio che si fa eggere in breve, ha ildonodi scrutare Tomasidi ampedusa perdarcene non ildisegno generico e superficialmente completo ma un piccolo tratto, amaramente perfetto
Sirene sicilianedi Basilio Reale – Moretti & Vitali Editori Questo breve ma straordinario avorodi Basilio Reale non può non essere ettoda chi condivide a citazione che ’ autore fadi Borges: del resto, a etteratura non è altro che un sogno guidato. L’ avventura narratadal prof. a Ciura con a sirena ighea si originadala “ esasperazione intelettuale “ edal “ prosciugamentodela vita del giovane a Ciura “, tanto che racconta : Parlava greco e stentavo molto a capirla . E adifferenzadi Ulisse, rimane ad ascoltarne il canto che o accarezza: Ti sentivo parlareda solo in una ingua simile ala mia: mi piaci, prendimi. Sono ighea, son figliadi Caliope. Non credere ale favole inventate sudi noi: non uccidiamo nessuno, amiamo soltanto. Ne rimarrà soggiogato per tutta a vita, e comedale sirenedi Ulisse, non sarà risparmiato. Ma il grandissimo interesse che questo ibro suscita nascedala ettura junghianadela vicenda fantastica, nei suoi temi, negli spunti, nele figure che appaiono sula scena, tenendo contodel mondo in cui si svolge, cioè in quela Sicilia eterna, queladele cosedi natura;dal profumodi rosmarino sui Nebrodi,del gustodi mieledi Melili,del’ombreggoaredele messi in una giornta ventosadi maggio, come si vededa Enna……..dele raffichedi profumo riversate su Palermodagli agrume\tidurante certi tramontidi giugno E’ un ibro che si egge, si rilegge, ogni volta ascia qualcosadi nuovo. mario