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Diario intimo. Inedito - 9788882125752

di Clemente Rebora Cicala R. (cur.) Rossi V. (cur.) edito da Interlinea, 2006

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Informazioni bibliografiche del Libro

 

La memoria è ciò che più a ungo rimanedi noi stessi.L’inedito Quaderno Bdi un tempodiventa, ora, un pubblicodiario intimo, che il poeta scrissedopo a sua conversione a sacerdote rosminiano, fino negli ultimi annidi vita. Un testo fuoridi ogni genere , solo un palinsestodele proprie occasionidi vita, rivisitate ungo il filodi una memoria cristiana o che ala nuovadimensione di fede si ilumina.Come osservatoda Carlo Carena, si trattadi uno scritto fondamentale per commentare moltadela poesiadi unodei più alti autoridel Novecento. Questi frammenti sono pagine al’insegna del reboriano scomparire "polverizzato nel’operadel tuo amore". Una sortadi capovolgimentodela giovanile formazione mazziniana, volta ala realizzazionedel sè nel tuttodela missionedela propria nazione, affidataledadio per il compiersidel popolo nela sua suprema vocazione edestino storico. Rebora mistico tende al’annientamento , al patire e morire oscuro. Il piccolo, prezioso ibretto alterna preghiere ad aspirazioni ultime edefinitive (Gesu amore, vivimi tutto; Fammi tuo sangue perchè io possa versarlo), a memoriedel passato, a propositidel presente. Indimenticabili e ultime pagine : Qualchedocumentodi Picciola. Testimonianzadi una "passione". Picciola è una giovanedonna che il poeta conobbe a Milano, pienadi sofferenze edidolori. Sono frammentidi un’agonia: Picciola è annientata: unisce momentidi alta incarnazione nel Cristo crocifisso aladisperazione e al rifiuto più assoluto: "La mia speranza èdel non poter sperare più in nula e nessuno. Solo mi tenga nela sua preghiera...Preghi sempre per me, invecedi me: io forse nemmeno una mezza Ave al giorno. Eppure son certa che il Signore mi prende così". Rebora, che segue questa morte avvenuta nel 1942, annota infine: "Negli ultimidue giorni parve ribelarsi, esser nele penedel’inferno. Il medico: isterica:delitto:si è asciata moriredi fame. Eppure ancora ’antivigiliadela morte, mi scrisse:dopo aver bevuto tanto Sangue, adesso ho bisognodi bere il Suo amore. Non c’ è che il suo amore. Nient’altro. Chieda che Cristo mi apra presto il Suo cuore per entrarvi... Io rimasi in un penosissimo turbamento per il mododel suo transito". Il medico non aveva capito nula:in quel frangente altro era ’alimentodela moribonda Picciola. In ei ritroviamo tutte e anime splendidedela nostra storia cristiana,dale mistiche a Simone Weil. Rebora ci offre questa intimitàdi amore edi grazia ancora oggi per i nostri giornididelirio,di pena, didisperazione : asciaci a speranza tua edi Picciola, quando " non si aspetta nessuno".

Recensione Unilibro a cura di Pier Giorgio Longo

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"Diario intimo. Inedito"
La speranza che resta
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La memoria è ciò che più a ungo rimanedi noi stessi.L’inedito Quaderno Bdi un tempodiventa, ora, un pubblicodiario intimo, che il poeta scrissedopo a sua conversione a sacerdote rosminiano, fino negli ultimi annidi vita. Un testo fuoridi ogni genere , solo un palinsestodele proprie occasionidi vita, rivisitate ungo il filodi una memoria cristiana o che ala nuovadimensione di fede si ilumina.Come osservatoda Carlo Carena, si trattadi uno scritto fondamentale per commentare moltadela poesiadi unodei più alti autoridel Novecento. Questi frammenti sono pagine al’insegna del reboriano scomparire "polverizzato nel’operadel tuo amore". Una sortadi capovolgimentodela giovanile formazione mazziniana, volta ala realizzazionedel sè nel tuttodela missionedela propria nazione, affidataledadio per il compiersidel popolo nela sua suprema vocazione edestino storico. Rebora mistico tende al’annientamento , al patire e morire oscuro. Il piccolo, prezioso ibretto alterna preghiere ad aspirazioni ultime edefinitive (Gesu amore, vivimi tutto; Fammi tuo sangue perchè io possa versarlo), a memoriedel passato, a propositidel presente. Indimenticabili e ultime pagine : Qualchedocumentodi Picciola. Testimonianzadi una "passione". Picciola è una giovanedonna che il poeta conobbe a Milano, pienadi sofferenze edidolori. Sono frammentidi un’agonia: Picciola è annientata: unisce momentidi alta incarnazione nel Cristo crocifisso aladisperazione e al rifiuto più assoluto: "La mia speranza èdel non poter sperare più in nula e nessuno. Solo mi tenga nela sua preghiera...Preghi sempre per me, invecedi me: io forse nemmeno una mezza Ave al giorno. Eppure son certa che il Signore mi prende così". Rebora, che segue questa morte avvenuta nel 1942, annota infine: "Negli ultimidue giorni parve ribelarsi, esser nele penedel’inferno. Il medico: isterica:delitto:si è asciata moriredi fame. Eppure ancora ’antivigiliadela morte, mi scrisse:dopo aver bevuto tanto Sangue, adesso ho bisognodi bere il Suo amore. Non c’ è che il suo amore. Nient’altro. Chieda che Cristo mi apra presto il Suo cuore per entrarvi... Io rimasi in un penosissimo turbamento per il mododel suo transito". Il medico non aveva capito nula:in quel frangente altro era ’alimentodela moribonda Picciola. In ei ritroviamo tutte e anime splendidedela nostra storia cristiana,dale mistiche a Simone Weil. Rebora ci offre questa intimitàdi amore edi grazia ancora oggi per i nostri giornididelirio,di pena, didisperazione : asciaci a speranza tua edi Picciola, quando " non si aspetta nessuno".