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«Nessuno è rimasto ozioso». La prigionia in Italia durante la Grande Guerra - 9788891787231
di Sonia Residori edito da Franco Angeli, 2019
Informazioni bibliografiche del Libro
- Titolo del Libro: «Nessuno è rimasto ozioso». La prigionia in Italia durante la Grande Guerra
- Autore: Sonia Residori
- Editore: Franco Angeli
- Collana: Temi di storia , Nr. 266
- Data di Pubblicazione: 2019
- Genere: storia d'europa
- Argomenti : Italia-Storia Guerra mondiale 1914-1918 Prigionieri di guerra
- Pagine: 282
- ISBN-10: 889178723X
- ISBN-13: 9788891787231
«Nessuno è rimasto ozioso». La prigionia in Italia durante la Grande Guerra: Nel corso del primo conflitto mondiale, l'enorme numero dei prigionieri di guerra divenne una risorsa economica fondamentale per gli Stati impegnati nello sforzo bellico. Attraverso un ampio scavo archivistico l'autrice analizza come si sia sviluppato in Italia un vero e proprio sistema organizzato di lavoro forzato, che modellò la struttura dell'internamento militare al punto che, in breve, agricoltura e industria si contesero l'assegnazione delle centurie di prigionieri. Le ripercussioni della sconfitta di Caporetto tolsero forza-lavoro all'economia del Paese e i prigionieri, spostati in zona di guerra, divennero vere e proprie truppe di seconda linea al fronte. Dopo la battaglia vittoriosa di Vittorio Veneto, l'afflusso massiccio di prigionieri austro-ungarici mise in grande difficoltà la struttura concentrazionaria italiana e i detenuti dei campi di concentramento scontarono la precarietà della situazione con fame, freddo e malattie epidemiche (tifo petecchiale e malaria), ma anche la volontà punitiva dei vincitori. Lo Stato italiano, infatti, dopo la firma dell'armistizio negò sempre, ostinatamente, il permesso di visitare le proprie strutture ai rappresentanti della Croce rossa ungherese e austriaca, ma anche a quella internazionale di Ginevra.
During World War I, the huge number of prisoners of war became a key economic resource for the states engaged in the war effort. Through a large archival excavation, the author analyzes how a real organized system of forced labour developed in Italy, which modelled the structure of military internment to the point that, in short, agriculture and industry were contested the allocation of the centurions of prisoners. The repercussions of Caporetto's defeat took away labour from the country's economy and the prisoners, moved to the war zone, became real second-line troops at the front. After the victorious battle of Vittorio Veneto, the massive influx of Austro-Hungarian prisoners put the Italian concentration structure in great difficulty and the prisoners of the concentration camps served the precariousness of the situation with hunger, and epidemic diseases (petechial typhus and malaria), but also the punitive will of the winners. The Italian state, in fact, after the signing of the armistice always denied, stubbornly, permission to visit its facilities to representatives of the Hungarian and Austrian Red Cross, but also to the international one in Geneva.
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