Turbopopulismo. La rivolta dei margini e le nuove sfide democratiche - 9788828202271

Turbopopulismo. La rivolta dei margini e le nuove sfide democratiche: Un populismo senza popolo: è il controsenso generato dalla nostra miopia politica. Dalle radici contadine alla lotta operaia, le istanze politiche forti si sono sempre basate su identità forti: sociali, culturali, anche geografiche. Ma oggi è il tempo della fragilità, della dispersione, dell'incertezza e coloro che furono popolo invecchiano senza maturità, si arrabbiano senza speranze. E riempiono le piazze di uno scontento scoordinato, la fibrillazione dei dimenticati, di coloro che vivono nel margine e sono stufi di pagare il benessere di chi invece occupa il centro della scena. In un dialogo profondo e necessario con Luca Telese, Marco Revelli racconta loro, gli esclusi. Dà voce e corpo al dolore e al disinganno di chi ha smesso di sentirsi parte della storia per tramutarsi nell'equazione geografica delle periferie. Privati di una cultura condivisa, bombardati dalle incitazioni all'odio di élite negative che perseguono il proprio progetto di potere e ricchezza, non sono più difesi da una sinistra che al «siamo con voi» ha sostituito il «si salvi chi può». Queste pagine delineano, con chiarezza e passione esemplari, le ragioni di un tracollo civile. E indicano un'unica, impervia ma possibile, via di fuga. Contro le «passioni tristi», la volgarità del linguaggio e la violenza delle piazze; contro la disumana pedagogia che nutre i mostri, sui social e fuori: tornare a credere nel popolo.
A populism without a people: it is the contradiction generated by our political short-sightedness. From peasant roots to labor struggle, strong political demands have always been based on strong identities: social, cultural, even geographical. But today is the time of fragility, dispersion, uncertainty, and those who were people age without maturity, get hopeless. And they fill the piazz of an uncoordinated discontent, the fibrillation of the forgotten, of those who live in the margin and are fed up with paying for the well-being of those who occupy the center of the scene. In a deep and necessary dialogue with Luca Telese, Marco Revelli tells them, the excluded. It gives voice and body to the pain and disengagement of those who have stopped feeling part of history to transform themselves into the geographical equation of the suburbs. Deprived of a shared culture, bombarded by the incitement to hatred of negative elites who pursue their project of power and wealth, they are no longer defended by a left that "we are with you" has replaced the "save who can". These pages outline the reasons for a civil meltdown. And they point to a single, imperviable but possible escape route. Against the "sad passions", the vulgarity of language and the violence of the squares; against the inhuman pedagogy that feeds monsters, on social media and outside: to return to believing in the people.