Ego te absolvo. Colpa e perdono nella Chiesa - 9788868982317

Ego te absolvo. Colpa e perdono nella Chiesa: Paolo Ricca traccia la storia della confessione dei peccati attraverso i secoli e riflette su come la si potrebbe riportare a semplice mezzo di comunicazione dell'evangelo alle persone tormentate dal rimorso nonché su come si potrebbe ripensare il culto cristiano in modo che sia il luogo della festa del perdono di Dio invece del luogo di un'eterna penitenza. «La "confessione dei peccati" occupa il primo posto nel culto pubblico di tutte le maggiori chiese cristiane: subito dopo l'invocazione della presenza di Dio, si passa infatti alla dichiarazione, sia personale sia collettiva, della propria colpa e all'invocazione della misericordia di Dio. Ma il sentimento di colpa è davvero il primo da provare, ed esprimere, in presenza di Dio? Non sarebbe più logico provare stupore, gioia, gratitudine? Il culto cristiano non potrebbe, e dovrebbe, cominciare in altro modo? Come lo si potrebbe ripensare in modo che sia il luogo della festa del perdono di Dio anziché il luogo di un'eterna penitenza?».
Paolo Ricca traces the history of the confession of sins through the centuries and reflects on how it could be brought back to the simple means of communication of the gospel to people tormented by remorse as well as how one could rethink Christian worship in a way that that it is the place of God's feast of forgiveness instead of the place of eternal penance. "The "confession of sins" occupies the first place in the public worship of all the major Christian churches: immediately after the invocation of God's presence, we move on to the declaration, both personal and collective, of one's own guilt and invocation God's mercy. But is the feeling of guilt really the first to be felt, and expressed, in the presence of God? Wouldn't it be more logical to feel amazement, joy, gratitude? Couldn't Christian worship, and should, start in another way? How could it be rethought so that it is the place of God's feast of forgiveness rather than the place of eternal penance?"