Santi sociali e laici del Piemonte - 9788880686576

Santi sociali e laici del Piemonte: Torino, città di santi ma con un "chiodo fisso": i poveri. Torino ieri come oggi con le porte aperte e le luci nella notte per chi vive nelle periferie della città, dell'anima e dei cuori. Don Bosco, il Cottolengo, il Cafasso, il Faà di Bruno, Giulia di Barolo. Pochi nomi per un fenomeno, unico al mondo. Mai nessuna città ha avuto tra il 1811, l'anno in cui nasce san Giuseppe Cafasso, e il 1888, l'anno in cui muore don Bosco, una cosi alta concentrazione di vite straordinarie, giovani preti che, immersi nelle condizioni da "terzo mondo" della città, hanno fatto, senza se e senza ma, la scelta preferenziale dei poveri. Certo ognuno con la sua congregazione, ognuno con i suoi difetti e la paura di vedersi portar via da altri i benefattori, ma con la cristallina trasparenza di chi lavora accanto a Dio, di chi teme, come è accaduto ai discepoli di Emmaus, di aver camminato accanto a Gesù senza riconoscerlo. Torino città dei santi che hanno trasformato le parole in fatti: convitti per i giovani, ospedali per i malati, scuole per i giovani, cortili per i ragazzi. A volte tettoie improvvisate, a volte rifugi contestati dai soliti benpensanti, a volte sogni svaniti. Non importa. Conta, invece, che le tracce e le impronte della solidarietà non sono evaporate al sole. Sono il "valore aggiunto" di Torino e del Piemonte. Ho raccontato le loro storie perché i loro slanci, la generosità, la bontà sono diventati altre storie, altra solidarietà, altra accoglienza che nessuna crisi riuscirà a cancellare.
Turin, city of Saints but with an "obsession": the poor. Torino yesterday as today with the doors open and the lights in the night for those who live in the suburbs of the city, of the soul and hearts. Don Bosco, the Cottolengo, Cafasso, Fa?? di Bruno, Giulia di Barolo. A few names for a phenomenon unique in the world. No city ever had between 1811, the year he was born san Giuseppe Cafasso, and 1888, the year in which don Bosco dies, a high concentration of extraordinary lives, young priests who, immersed in the States from "third world" of the city, have done, no ifs or buts, the preferred choice of the poor. Of course each with his congregation, each with its flaws and the fear of having to poach other benefactors, but with the transparency of crystalline who works next to God, by those who fear, as happened to the disciples of Emmaus, that he walked alongside Jesus without recognizing him. Torino city of Saints that have turned words into deeds: youth boarding schools, hospitals for the sick, the young, schools for boys courtyards. Sometimes makeshift sheds, sometimes contested by Lee usual right-minded people, sometimes dreams vanished. Never mind. Counts, instead, that traces and imprints of solidarity are not evaporated in the Sun. Are the "added value" in Turin and Piedmont. I told their stories because their outbursts, generosity, goodness have become other stories, other solidarity, another reception that no crisis will cancel.