Le mani sulla cultura. Il teatro politico e l'egemonia della sinistra nelle arti del XX secolo - 9788884405098

Le mani sulla cultura. Il teatro politico e l'egemonia della sinistra nelle arti del XX secolo: Il riflesso di una "dittatura" culturale si è aggirato per l'Occidente nel XX secolo: il teatro politico. Soltanto ora, a quasi vent'anni dal crollo del Muro di Berlino, esso appare per quello che è veramente stato: la cartina di tornasole dell'egemonia che la sinistra storica, il marxismo e i suoi epigoni hanno imposto nei confronti delle arti e della letteratura dell'epoca contemporanea. In questo volume, Franco Ricordi, regista e direttore di teatro, ma anche filosofo e saggista, ravvisa nel fenomeno del teatro politico novecentesco la tendenziosità e faziosità della cultura e delle arti contemporanee. Attraverso una ricognizione storico-filosofica della drammaturgia occidentale, dimostra in particolare come nel XX secolo si sia infranto quel senso estetico "super partes" che ha caratterizzato il dramma - nella tragedia come nella commedia - in tutte le epoche precedenti. E come, pur se le ideologie sono oggi crollate, le "mani sulla cultura" siano ancora forti e pericolose. Contro la loro profonda influenza, l'autore propone - anche attraverso la poetica di Pasolini, grande uomo "di sinistra" capace di criticare la sinistra - un tentativo etico ed estetico per superare tali barriere, in favore di un teatro e di una cultura sempre più liberi e necessari.
A reflection of a cultural "dictatorship" was around for the West in the 20th century: the political theater. Only now, nearly twenty years after the fall of the Berlin wall, it looks for what it really was: the litmus test of the hegemony that the left, Marxism and his followers have imposed in respect of the arts and literature of the modern era. In this volume, Franco memories, film director and theatre director, but also philosopher and essayist, sees in the phenomenon of the modern political theater the bias and partisanship of the culture and the contemporary arts. Through a historical-philosophical survey of Western drama, proves particularly as in the 20th century has broken that aesthetic sense "non-partisan" which featured on the comedy-drama-tragedy as in all previous eras. And how, while ideologies are now collapsed, "hands on culture" are still strong and dangerous. Against their profound influence, the author proposes-even through the poetics of Pasolini, big man "left" capable of criticizing the left-an attempt to overcome such barriers, ethical and aesthetic in favor of a theater and a culture increasingly free and necessary.