Non recare ingiustizia e danno. Una discussione sulla storia degli uomini obbedienti alle leggi del castigo - 9788895881713

Non recare ingiustizia e danno. Una discussione sulla storia degli uomini obbedienti alle leggi del castigo: Questo saggio di storia della medicina si richiama nel titolo al Giuramento di Ippocrate che, ancora oggi, sancisce in un rituale saldo nella tradizione l'ingresso dei laureati in medicina e chirurgia nella vita professionale. Nonostante la chiarezza delle affermazioni ed il valore dei principi trasmessi con il Giuramento, da alcuni anni si è avvertita l'esigenza di insegnare la bioetica in una prospettiva di educazione alla professione medica. L'attualità presenta molteplici occasioni per affrontare l'argomento da diversi punti di vista, ma qui interessa la descrizione di situazioni passate, laddove gli attori e gli interessi sul campo erano assai meno numerosi e confusi ed emerge quindi con sufficiente nitore anche il ruolo del medico. In particolare, si porta alla luce un argomento che sembra scomodo alla medicina di oggi. La storia, anche quella molto lontana da noi, appare ricca di fatti e di documenti sul tema e si presta bene ad essere interrogata sul ruolo del medico e del chirurgo sulla scena della tortura. Si ritiene che non siano soltanto le questioni morali del presente a lasciare ampi margini alla discussione pubblica ed alla riflessione individuale.
This essay on the history of medicine refers in its title to the Hippocratic oath that still enshrines in a ritual tradition strong in the entrance of the graduates in medicine and surgery in professional life. Despite the clarity of the claims and the value of the principles transmitted with the oath, for several years has felt the need to teach bioethics in a perspective of education in the medical profession. The News presents many opportunities to approach the subject from different angles, but here it concerns the description of past situations where actors and interests on the field were far less numerous and jumbled and emerges then with sufficient clarity, the role of the doctor. In particular, it brings to light a subject that seems awkward to medicine today. The story, even very far from us, it appears full of facts and of documents on the subject and lends itself well to be questioned on the role of the physician and surgeon on the scene of torture. It is believed that they are not only the moral issues of this to leave wide margins to public discussion and individual reflection.