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Tiro al piccione - 9788849869071
di Giose Rimanelli edito da Rubbettino, 2022
- Prezzo di Copertina: € 18.00
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Informazioni bibliografiche del Libro
- Titolo del Libro: Tiro al piccione
- Autore: Giose Rimanelli
- Editore: Rubbettino
- Collana: Velvet
- Data di Pubblicazione: 2022
- Genere: letteratura italiana: testi
- Pagine: 320
- ISBN-10: 884986907X
- ISBN-13: 9788849869071
Tiro al piccione: Uno dei più tragici, violenti, sofferti romanzi del secondo Novecento che torna, finalmente, dopo distorsioni politiche e ostracismi culturali, con la sua grande forza di opera letteraria. Siamo nel 1943, Marco Laudato, alter ego dell'autore, abbandona il seminario e torna al paese molisano di origine dove anni di conflitto hanno lasciato solo povertà e un senso di monotona inutilità quotidiana. I camion tedeschi che risalgono la penisola sono l'unica via di fuga verso qualcosa di nuovo, proprio quello che cerca un ragazzo di diciassette anni. Marco, senza avere alcuna coscienza politica, si ritrova in mezzo alla guerra civile che imperversa nell'Italia del Nord. È preso prigioniero prima dai tedeschi e poi dai fascisti, e finisce per arruolarsi nella Rsi per aver salva la vita. La crudeltà e la violenza della trincea, il disprezzo degli uomini, l'insensatezza dei combattimenti, persino l'incontro con il sergente Elia, strenuo sostenitore della difesa della patria, segnano il suo fermo rifiuto della guerra. Fugge quindi da un treno che lo avrebbe portato prigioniero degli americani in Africa. E ritorna al suo paese, ancora una volta. Marco è turbato dalla ferocia che ha vissuto, ma adesso è consapevole che la fedeltà agli ideali di patria e libertà non può coincidere con la brutalità delle armi. "Tiro al piccione", riconoscono i lettori più avveduti, è un grande romanzo di guerra come possono esserlo "Addio alle armi! di Hemingway e "Il partigiano Johnny" di Fenoglio. E, come scrive Anna Maria Milone nella postfazione, l'importanza di proporne oggi una nuova lettura «sta ne
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Vecchie casedi pietra annerita, sfregiatedal tempo, bussatedal vento. Vecchie case tra vicoli stretti, piegati e tortuosi tra i barbaglidel sole. Vecchie casedi verdi finestre,di piante edi fiori,di bucatoda stendere. Vecchie case e poco altro: una madre già stanca a trentanni, un padre che sputa rancore, un amore che vive nel’ombra. Ne viene ’ossessionedela fuga: "Io me ne stodietro a finestra io me ne fottodi voi io me ne fottodi tutti senti io penso che andrò via cheda qui andrò via penso sempre cheda qui andrò via". Tuttod’un fiato. Correre col capo calato, con gli occhi serrati, senza una meta. Correredala parte sbagliata. "Qualche volta midomando perchè sono finito in guerra. Ho cercato, puòdarsi, tutte e avventure, anche e piùdisoneste, meno peròdi finire in guerra. Ed ecco che vi sono entrato fino al colo, fino alo schifo, fino aldesideriodi finire ammazzato".dal Molise al’inferno: è un viaggio "Tiro al piccione"di Giosuè Rimaneli. Alucinato, morboso, fetido e immondo; conduce chi egge tradittatori pagliacci e vili indivisa, cadaveri erci edeliridi piazza, tra canti ululati e sparidi morte. "Siamo carne bruciata. Siamo malati, ma a malattia non è nostra, non ci appartiene. E con questo male hanno rimpastato e nostre coscienze e ci hanno vestitidi stracci. Hanno raccolto a polvere antica e ce ’hanno buttata addosso, edi noi hanno fatto e nuove egioni, ci hanno riempito a boccadi canti e ci hannodettodi andare. Andare! Ma andaredove?". E tornare. Tornaredove, tornare quando, tornare perchè se si ha a vista impastata col sangue, a pele ormai insensibile al tocco, ’anima macchiatadi colpa. Se non resta che a vogliadi piegarsi nel grembo edi sparire nel nula. In attesadela pace,dela notte,del silenzio assoluto.