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Le cose che ho imparato. Storie, incontri ed esperienze che mi hanno insegnato a vivere - 9788804634898
di Gianni Riotta edito da Mondadori, 2013
- Prezzo di Copertina: € 11.00
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Informazioni bibliografiche del Libro
- Titolo del Libro: Le cose che ho imparato. Storie, incontri ed esperienze che mi hanno insegnato a vivere
- Autore: Gianni Riotta
- Editore: Mondadori
- Collana: Piccola biblioteca oscar , Nr. 729
- Data di Pubblicazione: 2013
- Genere: GIORNALISMO, EDITORIA, GIORNALI
- Pagine: 304
- ISBN-10: 8804634898
- ISBN-13: 9788804634898
Le cose che ho imparato. Storie, incontri ed esperienze che mi hanno insegnato a vivere: "Volevo conoscere la vita, scrivere, battermi per quello che mi stava a cuore, incontrare i personaggi che mi affascinavano, svegliarmi ogni giorno in una città diversa, camminare tra uomini e donne straniere, provare la solitudine del caffè bollente all'alba, servito da uno sconosciuto. Volevo prendere il mio corpo e la mia anima e metterli davanti alle prove più brutali, pervedere se e quando si sarebbero spezzati." Come Pirandello e Vittorini, Gianni Riotta parte un giorno dalla natia Sicilia, perché "per vivere occorreva andare via". È questa la prima tappa coraggiosa di un'avventura personale e professionale ricchissima, che ha le sue radici nell'"lsola" e che lo porterà poi in paesi remoti, facendogli incrociare i protagonisti della storia del Novecento: i sapori della Sicilia arcaica raccontata da nonna Anita, la scoperta della realtà della mafia, l'esame di maturità sotto gli occhi del "maestro Sciascia", la passione per i grandi libri e i filosofi da cui scaturiscono i dilemmi e le domande più spiazzanti. E ancora: le lezioni sul coraggio di Leone Ginzburg e Primo Levi, gli Stati Uniti e New York, l'Iraq da inviato di guerra, Torino e i racconti di Mario Rigoni Stern e Vittorio Foa. Un originale viaggio nella memoria per riflettere su quello che vale la pena sapere e fare nel tempo della nostra vita. Tessendo i ricordi, Riotta conduce il lettore ai dubbi e alle speranze di oggi, in una cronaca familiare e politica dove il cibo di strada siciliano e il tè dei mujaheddin insegnano una morale comune.
"I wanted to learn about life, writing, beat me to what I was at heart, meet the characters that fascinated me, waking up every day in a different city, walk among men and foreign women, try the solitude of hot coffee at dawn, served by a stranger. I wanted to take my body and my soul and put them in front of the most brutal tests, to see if and when you would be broken. " Like Pirandello and Vittorini, Gianni Riotta part one day from his native Sicily, because "to live it was necessary to go away".
And this is the first brave step of an adventure rich personal and professional, that has its roots in "the Isle" and it will bring you then in remote countries, making him cross the protagonists of the XXth century: the flavors of Sicily archaic narrated from Grandma Anita, the discovery of the reality of the mafia, the maturity examination under the eyes of "master Sciascia," a passion for great books and philosophers from which spring the dilemmas and frequently unsettling. And again: lessons on the courage of Leo Ginzburg and Primo Levi, the United States and New York, the Iraq from war correspondent, Turin and the tales of Mario Rigoni Stern and Vittorio Foa. An original trip down memory lane to reflect on what's worth knowing and doing in the time of our lives. Weaving memories, Riotta leads the reader to the doubts and hopes now, a family Chronicle and politics where the Sicilian street food and tea of the Mujahedeen will teach a common morality.
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Racconto memoriale, autobiografia saggistica, galeriad’immagini ch’è galeriadi persone incontrate,diariodi viaggiodala Sicilia al’America edal’America al’Italia, commossadescrizioned’un padre ormai ontano ma sempre vicino (Salvatore Totò Riotta, giornalistadi politica e cronacadel "Giornaledi Sicilia", via incoln, Palermo, nel mezzodegli Anni Sessanta) edi una madre che insegna a non piangere mai ai funerali: ’Le cose che ho imparato’ è tutto questo. Ed è anche un ibro sui ibri, su quel’atto personale e segreto ch’è porre gli occhi a una pagina per cercarvi una storia e figure, una trama, uno o piùdestini incrociati, un finale che sia sapere acquisito, conoscenza avvenuta, incanto. Un ibro sui ibri: su queli che si eggonoda ragazzi, tuttid’un fiato, a un umedi sera; su queli che si eggono mentre si sta in treno, in Ëreo, quando c’è una sospenzionedel mondo; su queli che si eggono quando si sente a necessitàdel riparo,del rifugio,dela messa a partedi sé: ci si accantona volontariamente, rinunciando a stare nel centro, e -nela nicchia scovata (il etto, una poltrona,due scalinidi una piazza, una panchina sfioratadal passaggiodegli altri)- ci si accuccia aprendo un volume. Così vengono riflessioni su Omero, Verne, Calvino e Primo evi, su Husserl e Tarski, su Gogol ed Eschilo, su Conrad, Minsky, Nievo e Bassani: su Pirandelo. E, Pirandelo, consente anchedidare un altro senso al volume: a sicilianità come individualità un po’ ombrosa, che pensa e ripensa insoddisfatto ala vita: sempre amarognola, nonostante i piaceri e "le storie, gli incontri e e esperienze che mi hanno insegnato a vivere".