A scuola il mondo conta. Percorsi e attività di mediazione e comunicazione interculturale - 9788861536760

A scuola il mondo conta. Percorsi e attività di mediazione e comunicazione interculturale: Nella stesura di questo lavoro c'è un solo punto di partenza: lo sguardo, sempre diverso ma vivo, di tanti bambini, giovani e adulti eredi di una o più culture in movimento nel Belpaese. Un transito di culture, questo, che produce inizialmente un senso di "stranierità", il primo step di un processo in cui l'entrare in contatto con una persona di cultura straniera, sconosciuta, diversa, obbliga al "confronto/scontro" tra menti diverse. I disagi che ciò comporta coinvolgono tutti (autoctoni, vecchi e nuovi arrivati), senza alcuna distinzione di sorta (studenti, dirigente, insegnanti, personale ausiliario, amministrativo, esperti esterni, incluso lo stesso mediatore interculturale). Quanto accade nella Scuola, dunque, non è altro che lo specchio fedele di ciò che avviene fuori, nella vita di tutti i giorni. Le nostre radici culturali, che devono pur restare quale tratto distintivo dell'identità di ciascun individuo, dovrebbero essere considerate una delle tante sfumature di una tavolozza di colori da cui tutta la collettività possa attingere e trarne giovamento, con l'obiettivo di cogliere il meglio di ogni cultura per una società interconnessa in cui ognuno possa occupare un posto, rivestire una funzione, quella più consona alle proprie caratteristiche, attitudini ed esperienze, per la realizzazione del bene comune. Meglio, quindi, educare alle sfumature, alla pluralità, insegnare che nelle diversità c'è più gusto. Il metodo proposto in queste pagine, adottato e sperimentato dall'autrice, è da intendersi come un preparare il terreno a diventare fertile in una realtà sempre pi
In the drafting of this work there is only one starting point: The look, always different but alive, of many children, young people and adults, heirs of one or more cultures in movement in the Beautiful Country. A transit of cultures, this, which initially produces a sense of "alienity", the first step of a process in which the coming into contact with a person of foreign culture, unknown, different, obliges to "confrontation/clash" between different minds. The hardships that this entails involve all (indigenous, old and new arrivals), without any distinction whatsoever (students, managers, teachers, auxiliary staff, administrative, external experts, including the same intercultural mediator). What happens in the School, therefore, is nothing more than the faithful mirror of what is happening outside, in everyday life. Our cultural roots, which must remain as distinctive trait of the identity of each individual, should be considered one of the many nuances of a palette of colors from which the whole community can draw and benefit, with The objective is to seize the best of every culture for an interconnected society in which everyone can occupy a place, to play a function, the most suited to their own characteristics, attitudes and experiences, for the realization of the common good. Better, therefore, to educate to nuances, to plurality, to teach that in diversity there is more taste. The method proposed in these pages, adopted and experimented by the author, is to be understood as a preparing the ground to become fertile in a reality more and more