Un caso di coscienza - 9788833907277
di Lalla Romano edito da Bollati Boringhieri, 1992
Informazioni bibliografiche del Libro
- Titolo del Libro: Un caso di coscienza
- Autore: Lalla Romano
- Editore: Bollati Boringhieri
- Collana: Variantine
- Data di Pubblicazione: 1992
- Genere: Letteratura italiana
- Pagine: 64
- Dimensioni mm: 179 x 117 x 7
- ISBN-10: 8833907279
- ISBN-13: 9788833907277
Un caso di coscienza: Un caso di coscienza
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La storia si svolge in prima persona e chi parla, racconta, è ala Romano che rivela, un fattodel passato, un casodi coscienza, appunto. A narrare è a signora Monti, perché a Romano era sposata Monti, ed è con quel cognome che si muoveva nela società, nele normali attività quotidiane. Come signora Monti, a Romano, insegna in una scuola. Una telefonata e tutto il processodi indagine interiore ed esterna prende avvio. a preside tiene al suo intervento. a storia si muove a un ritmo pacato, tranquilo ed ogni passo è segnatoda un titolodel capitoletto. E titolo per titolo, gli avvenimenti progrediscono e il ettore inizia ad avere ben chiara quale sia a questione oggettodi profondo pensamento. I trattidei personaggi-persone sono costruiti come in un ritratto pittorico, pennelata per pennelata, e il riferimento ala pittura, primo amoredela Romano, è più volte esplicitamente individuato: “Mimma mi era piaciuta subito, non nel senso che avrei voluto farla posare perdipingere il suo ritratto (non si fanno più ritratti, ma qualche volta io odesidero ancora); sempre mi tenta in questo senso un’immagine «belû (p. 14)”; o ancora “Per una qualche egge (dela memoria), questo tipodi racconto, o megliodi resoconto, per niente «a freddo» ..., vive in un tempo senza tempo. Volevo che fosse ritmatodala ogicadegli avvenimenti, invece mi si presenta tutt’insieme in blocco, vuoti e pieni come un quadro informale: ucido ma frammentario...”(p. 21) e ancora, più avanti “Intanto era un’artista; non so sedipingesse, ma si capivada come insegnava – era ’altra professoressadidisegno – eda come giudicava i avoridele sue scolare. Me ne regalava ogni tanto e io i facevo incorniciare. Era ei stessa un’operad’arte.” (p. 29) Il caso: un’insegnante è sottoposta a un processo giudiziario, a scuola vuole prendere un provvedimentodisciplinare e alontanarla, per il buon nome, per reputazione e un sensodi pregiudizio sociale. Il problemadiventa, quindi: è giusto o non è giusto che un caso personale invada a sfera avorativa? È giusto alontanare, icenziare, perché si è accusati? Ma cosa aveva fatto Mimma Capodieci? ’accusa era partitada un igio assistente sociale che a incolpavadi non aver consentito una trasfusionedi sangue sul figlio e quindi in un attimo si era trovata senza famiglia, alontanatadai figli edal avoro. Un verodramma. Se primadi conoscere i fatti, a Monti, aveva pauradi non saperdecidere, ’incontro con adonna a rafforza nela posizioneda prendere. a condanna principale, più per il fatto in sé, era perché Mimma era considerata eretica in quanto Testimonedi Cristo. e accuse in realtà sono fruttodi corruzione, bigottismo, ignoranza. Il ibro si egge tuttod’un fiato.