Il segretario di Montaigne - 9788865597590

Il segretario di Montaigne: Francia, xvi secolo. In piena guerra fra cattolici e calvinisti, Jean-Marie Cousteau, un ex capitano di cavalleria leggera, chiede ospitalità a un castellano. Da giorni viaggia senza cavalcatura, lo stomaco dilaniato dai crampi a causa dei fichi acerbi con cui si è nutrito e una brutta ferita alla tempia rimediata nello scontro con due banditi. A riceverlo è un uomo interamente abbigliato di bianco e nero, con un pizzetto ben curato e uno sguardo intelligente e curioso: è il filosofo e scrittore Michel de Montaigne. Da quindici anni, Cousteau non vede che battaglie e massacri da cui non ha guadagnato nulla, se non il disgusto per l'insensata violenza delle guerre di religione. Deciso a chiudere per sempre con il passato, implora Montaigne di prenderlo come contadino o come guardia. Al filosofo non serve un contadino, né tantomeno un guardiano: al suo castello si tengono porte e cancelli aperti e le uniche sentinelle a vegliare sono le stelle in cielo. Gli occorre, piuttosto, un bravo, onesto e leale segretario che si occupi, sotto dettatura, delle pagine dell'opera cui sta lavorando, i Saggi. L'ultimo valletto che gli ha reso quel servizio è scomparso con alcuni fascicoli che sperava di rivendere a un editore disonesto, un'esperienza che Montaigne non desidera rinnovare. E invece disposto a fidarsi di Cousteau, che da quel momento ricambia la generosità dimostratagli con la più totale devozione: se il filosofo chiama, lui si precipita. Se non lo sente, si preoccupa che stia male o sia ricaduto in una delle sue ricorrenti melanconie che gli impediscono di alzarsi al mattino.
France, 16th century. In the midst of a war between Catholics and Calvinists, Jean-Marie Cousteau, a former light cavalry captain, asks for hospitality from a castellan. For days he has been traveling without a mount, his stomach torn apart by cramps due to the acerbic figs with which he fed and a bad wound to his temple repaired in the clash with two bandits. To receive it is a man entirely dressed in black and white, with a well-groomed gothing and an intelligent and curious look: it is the philosopher and writer Michel de Montaigne. For fifteen years, Cousteau has seen nothing but disgust at the senseless violence of the religious wars. Determined to close forever with the past, he begs Montaigne to take him as a farmer or as a guard. The philosopher does not need a farmer, let alone a guardian: his castle holds open gates and gates and the only sentinels to watch are the stars in the sky. Rather, he needs a good, honest and loyal secretary who deals, under dictation, with the pages of the work he is working on, the Wise Men. The last valet who gave him that service disappeared with some files he hoped to sell to a dishonest publisher, an experience Montaigne does not wish to renew. And instead willing to trust Cousteau, who from that moment reciprocates the generosity shown to him with the most total devotion: if the philosopher calls, he rushes. If he doesn't feel it, he worries that he's sick or has fallen back into one of his recurring melancholy that prevents him from getting up in the morning.