D'un continuo trambusto (2012-2017) - 9788836816316

D'un continuo trambusto (2012-2017): "Il trambusto è continuo, recita il titolo di questa nuova raccolta di Nicola Romano. È un aggettivo che condividiamo, ma non si tratta di una semplice consonanza. Non ci sono prospettive a convergere nella galassia globale dove tutto, ormai, sembra davvero essere 'continuo', sia che giunga ai sensi attraverso la vista, o l'orecchio, o la visione, come in un celebre libro di Italo Calvino, che faceva della continuità una categoria dell'invisibile. Romano, invece, è un poeta del concreto: con la sua scrittura, di volume in volume, ha tracciato, disegnato i contorni di un paesaggio cittadino e famigliare, e li ha riempiti di immagini nette, precise come i suoi affetti; ne ha scandagliato la sostanza più intima, le più remote lacerazioni, spartendosi tra toni che solo con approssimazione potremmo definire civili e momenti di più evidente lirismo, proprio in anni di reiterati attacchi a qualsivoglia pretesa di soggettività... Anche in queste poesie l'altalena si ripropone, e forse in modi ancora più ricchi e complessi che in passato. Il poeta tocca corde varie e vari sono i registri a cui ricorre, pur dentro un'insolita compattezza di dettato... Eppure, dietro questo vortice espressivo, e sotto il brulichio del presente, si avverte l'azione di un unico, inesausto motore: una sola dolente matrice che chiede di riscattarsi in gioia, mimando una denuncia, manifestando il disinganno..." (dalla prefazione di Roberto Deidier)
"The bustle is continuous, the title of this new collection of GITA Rai. Is an adjective that we share, but it is not a simple consonance. There are no global perspectives to converge in the Galaxy where everything now seems to really be ' continued, whether they come to senses through sight, or ear, or vision, as in a famous book by Italo Calvino, who did a continuity category of the invisible. Romano is a poet of concrete: with his writing, volume by volume, drew, drew the contours of a townscape and familiar, and filled with images clear, precise as his affections; He probed the most intimate, the most remote lacerations, carving up between tones that only with approximation could be defined as civilians and most obvious moments of lyricism, just years of repeated attacks on any claim of subjectivity ... Even in these poems the swing is back, and perhaps in ways even more rich and complex than in the past. The poet touches various chords and various are the logs that this occurs, although in an unusual compactness of dictation ... Yet, behind this vortex expressive, and below the bustle of this, there is the action of a single, tireless engine: one Woebegone array that asks to redeem itself in joy, mimicking a complaint, expressing disappointment. " (from the preface of Roberto Deidier)