Alzheimer e ambiente - 9788838746468

Alzheimer e ambiente: Lavorare quotidianamente con un malato di Alzheimer vuol dire sì misurarsi con una fatica sempre nuova e con un profondo senso di impotenza, ma anche gioire dei piccoli traguardi raggiunti da un malato sapientemente accompagnato e sostenuto dai diversi interventi che vengono immaginati per lui. Proprio da alcune esperienze di accompagnamento e sostegno quotidiano è nata l'intuizione che probabilmente l'ambiente poteva diventare uno strumento di supporto al lavoro quotidiano con il malato. Usare gli spazi come elementi di cura di un disagio, o tasselli che favoriscono un benessere, permette ai malati di stare meglio e agli operatori di vivere una quotidianità meno appesantita dalla preoccupazione che qualcosa possa andare storto. A casa o in residenza infatti ci si è resi conto che affiancare un "buon ambiente" agli altri strumenti di cura poteva offrire enormi soluzioni... proprio come ciascuno di noi sta meglio in un luogo nel quale si sente a suo agio, anche il malato, confuso e disorientato, può beneficiare di luoghi che siano pensati a sua misura, che possono essere condivisi con altri, ma anche del tutto individuali. Lo sforzo degli autori è stato quello di raccogliere i diversi elementi che la medicina ha messo a disposizione, e comprendere come rileggerli in funzione di un benessere che non è una cortese risposta a un bisogno, ma un pieno diritto del malato. Anche solo un sorriso o una carezza bastano a dare senso a un percorso lungo diversi anni, nei quali la ricerca di soluzioni sempre nuove e produttive di benessere diventa la regola aurea.
Working daily with an Alzheimer's patient means, yes, to measure yourself with a new fatigue and with a deep sense of helplessness, but also to rejoice in the small goals achieved by a patient expertly accompanied and supported by the different interventions that are imagined for him. It was precisely from some experiences of accompaniment and daily support that the intuition was born that the environment could probably become a tool to support the daily work with the sick. Using spaces as elements of care for discomfort, or pieces that promote well-being, allows the sick to feel better and the operators to live a daily life less burdened by the concern that something could go wrong. At home or in residence, in fact, it was realized that combining a "good environment" with other care tools could offer huge solutions... just as each of us is better off in a place where we feel comfortable, even the sick, confused and disoriented, can benefit from places that are thought to its own extent, which can be shared with others, but also completely individual. The effort of the authors was to collect the different elements that medicine has made available, and understand how to reread them according to a well-being that is not a courteous response to a need, but a full right of the sick. Even just a smile or a caress are enough to give meaning to a journey along several years, in which the search for ever new and productive solutions of well-being becomes the golden rule.