La fata fatua e lo psichiatra - 9788865310441

La fata fatua e lo psichiatra: Il mondo poetico di Claudio Roncarati prende avvio dal suo vissuto autobiografico di psichiatra e psicoterapeuta. Roberto Pani lo definisce come "un testo post moderno (...) eclettico, ironico, fa ricorso al collage partendo dall'assunto che la complessità del reale non può essere descritta da un unico discorso conoscitivo". In "La fata fatua e lo psichiatra" l'autore ripropone questa stessa tematica e prosegue il suo discorso poetico, differenziato in nuove sezioni: alle prime due, "Psichiatria poetica" e "Poesia applicata", ne aggiunge altre quattro, "Rimando in Romagna", "Citazioni", "Carpe diem" e "Marcondirodirondello". I titoli rimandano alle intenzioni ludiche del poeta, il cui libro, giocato su un tono di stravagante leggerezza, sembra volerci diversamente interrogare sottoponendoci a una scommessa: si possono dire verità sgradevoli o addirittura dolorose attraverso un linguaggio che si sottrae alla pensosa serietà dei "poeti laureati"? Si può usare la leggerezza di accento per disinnescare i campi minati della poesia "seria"? La scomessa sembra vinta.
The poetic world of Claudio Roncarati begins his autobiographical experienced psychiatrist and psychotherapist. Roberto Pani defines it as "an eclectic, ironic, postmodern text () adopts a to collage starting with the assumption that the complexity of reality cannot be described by a single cognitive discourse". In "the fairy fatuous and the psychiatrist" the author proposes this same theme and continues its poetic speech, differentiated new sections: the first two, "poetic" and "poetry applied Psychiatry", adds four more, "Referring to Romagna", "Quotes", "Carpe diem" and "Marcondirodirondello". The titles refer to the playful intentions of the poet, whose book, played on a whimsical lightness, tone seems to be otherwise interrogate subjecting us to a bet: you can say unpleasant or even painful truths through a language that avoids the thoughtful seriousness of "Poets graduates"? You can use the lightness of accent to defuse the minefields of poetry "serious"? The bet seems to be won.