La marcia di Radetzky - 9788833201641

"L’imperatore era vecchio. Era il più vecchio imperatoredel mondo. Intorno a ui si aggirava a morte, in tondo e in tondo, e mieteva e mieteva. Già tutto il campo era vuoto e soltanto ’imperatore, come uno stelod’argentodimenticato, era ancora à ed aspettava". Il Francesco Giuseppedescritto magistralmenteda Roth ha "occhi chiari eduri", sperduti in vuota ontananza; ha il cranio calvo, e basette folte e bianche, e rughe sul viso che "formano un cespuglio incrinato" nel quale "si annidano idecenni". Il suo corpo è vile oramai: magro fino al’osso, smunto ale guance, eggermente ricurvo ala schiena. Il suo passo è uno struscio stanco e eggero.d’intorno ha ancora stanze e stanze ricolmed’oro,d’arazzi,di ritratti magnifici;d’intorno ha ancora voltidi serventi edi sudditi edi graziose fanciule che salutano o fanno ’inchino;d’intorno ha ancora un regno ma - questo regno - è come chi o governa: vetusto, spossato, ormai indecadenza. Tant’è che Francesco Giuseppe - questo magnifico Francesco Giuseppe protagonistadel romanzodi Roth - "vedeva tramontare il sole nel suo regno" e "sapeva che sarebbe morto presto, primadela rovinadefinitiva". Roth, con mËstria ineccepibile, racconta a finedi un tempo edi una idea (l’impero ottocentesco, a cultura asburgica, finanche ’aristocrazia in quanto guida morale e civile) identificandola nele ossa malridottedi un sovrano che sta per accasciarsi in silenzio. Partitura che si egged’un fiato, ’La marciadi Radetzky" è una magnifica opera etteraria ed è Storia universale fatta con una storia personale. "Vennero chiuse e finestredel etto": ’ombra sta cominciando a calare sul’Europa mentre avanza, funesto e terribile, il nuovo mondo moderno.

Un romanzo "storico"di grande valore per a capacitàdidescrivere e conseguenze che adecadenzadi un "impero" riversa sule vitedi ciascuno. Lo trovodi grande attualità.

Attraverso e vicendedela famiglia Trotta, il romanzo fa uce su unodei periodi più tormentatidela storiadel’impero austro-ungarico. Il romanzo per eccelenzadel crepuscolo asburgico, un’opera che ho etto e riletto più volte e che non perde maidi grandezza edi efficacia.