Un mondo fatto di scarpe. Storia degli Zamberlan e del modo di far grande l'estetica del made in Italy - 9788891649997

Un mondo fatto di scarpe. Storia degli Zamberlan e del modo di far grande l'estetica del made in Italy: Quando Marco arrivò a Schio pose le basi, senza saperlo, per l'inizio di uno dei più antichi calzaturifici al mondo ad essere ininterrottamente posseduto dalla famiglia fondatrice. Le origini dei capostipiti e il "primo giorno" di bottega, un secolo fa, sono dunque il proemio di una Storia che è intreccio tra territorio, "cultura del lavoro" e comunità umana a cui l'azienda appartiene. Il Calzaturificio Zamberlan, infatti, non ha "attecchito" nelle sabbie del deserto o nei ghiacci del Polo, ma in un tessuto di bellezza, strade, scuole e mestieri che, come l'arte di lavorare i campi, il legno, la seta, i metalli, la pietra e la lana, hanno radici e tradizioni antiche. L'azione di Rossi e Marzotto, su quello stesso tessuto, vi ha in seguito aggiunto abilità, reti di clienti, fornitori, servizi e trasporti in cui le persone hanno riconosciuto, e riconoscono, il loro paesaggio industriale, lo spirito dei beni prodotti e il loro patrimonio culturale. Patrimonio fatto anche di linguaggi, sensibilità, miti, imprenditorialità e morfologia dell'area che, come le Piccole Dolomiti con gli Zamberlan, hanno favorito identità tra manufatti e territorio. A spaginare l'accumulo delle tracce passate di una comunità, infatti, c'è l'azione di quanti per dare forma ai sogni cercano di disegnare un mondo a propria immagine e dimensione: giusto quello che hanno fatto tre generazioni degli Zamberlan trasformando la vicinanza alla natura prima in mestiere, e dopo in bellezza nell'ampio progetto del Made in Italy che è storia del design industriale. Ciò nonostante, quella qui narrata rimane la stor
When Marco arrived in Schio, he laid the foundations, without knowing it, for the beginning of one of the oldest shoe factories in the world to be continuously owned by the founding family. The origins of the founders and the "first day" of the workshop, a century ago, are therefore the proem of a history that is an interweaving of territory, "work culture" and the human community to which the company belongs. The Zamberlan shoe factory, in fact, has not "taken root" in the sands of the desert or in the ice of the Pole, but in a fabric of beauty, roads, schools and crafts that, like the art of working the fields, wood, silk, metals, stone and wool, have ancient roots and traditions. The action of Rossi and Marzotto, on that same fabric, later added skills, networks of customers, suppliers, services and transport in which people have recognized, and recognize, their industrial landscape, the spirit of the goods produced and their cultural heritage. A heritage also made up of languages, sensibilities, myths, entrepreneurship and morphology of the area which, like the Little Dolomites with the Zamberlan, have fostered identity between artifacts and territory. To unravel the accumulation of past traces of a community, in fact, there is the action of those who, in order to give shape to dreams, try to design a world in their own image and dimension: just what three generations of the Zamberlans have done, transforming closeness to nature first into a profession, and then into beauty in the broad Made in Italy project that is the history of industrial design. Nevertheless, the one narrated here remains the story of the