Il vizio dell'esterofilia. Editoria e traduzioni nell'Italia fascista - 9788843094158

Il vizio dell'esterofilia. Editoria e traduzioni nell'Italia fascista: Attraverso un'approfondita ricerca di archivio e un'analisi dettagliata delle statistiche del mercato librario, il volume ricostruisce l'"invasione delle traduzioni" degli anni Trenta, quando l'Italia pubblicava più traduzioni di qualunque altra nazione. Questa ricettività era in chiaro contrasto con le ambizioni del regime di creare una cultura riconoscibilmente fascista e di espandere la sua influenza nel mondo. Autori e intellettuali, che vedevano minacciate la loro produzione e la salute spirituale e intellettuale del paese, reagirono contro l'impatto commerciale di questo boom di narrativa popolare tradotta. Il libro analizza la campagna condotta dal Sindacato autori e scrittori contro la Federazione degli editori, accusata di favorire, attraverso la pubblicazione delle numerose traduzioni, il profitto sull'interesse nazionale. Infine, il libro illustra in dettaglio l'evoluzione della censura fascista, dimostrando che misure repressive contro le traduzioni furono introdotte solo sulla scia delle leggi razziali, quando le nozioni di purezza culturale cominciarono ad essere applicate anche alla letteratura importata.
Through extensive archive research and a detailed analysis of book market statistics, the book reconstructs the "translation invasion" of the 1930s, when Italy published more translations than any other nation. This receptivity was in clear contrast to the regime's ambitions to create a recognisablely fascist culture and expand its influence in the world. Authors and intellectuals, who saw their production and the spiritual and intellectual health of the country threatened, reacted against the commercial impact of this boom in translated popular fiction. The book analyzes the campaign conducted by the Syndicate of Authors and Writers against the Federation of Publishers, accused of favoring, through the publication of the numerous translations, profit on the national interest. Finally, the book details the evolution of fascist censorship, showing that repressive measures against translations were introduced only in the wake of racial laws, when notions of cultural purity began to be applied even imported literature.