Marchiati. Come 'ndrangheta, stampa e tv hanno inventato la nuova «calabrofobia» - 9788897656180

Marchiati. Come 'ndrangheta, stampa e tv hanno inventato la nuova «calabrofobia»: "Il sentimento anticalabrese aveva già subito una mutazione negli anni dell'anonima sequestri e della guerra di mafia. Ma è dopo il delitto Fortugno e la strage di Duisburg che il pregiudizio si trasforma in un mostro alimentato dalle radiazioni di stampa e tv. La Calabria è la terra dei mafiosi e dei Cetto La Qualunque, de 'il compare del mio compare è tuo compare', delle donne che vivono nel Medioevo. Ogni episodio è la prova che la tara genetica esiste davvero: dal folle gesto di Luigi Preiti all'omicidio di Fabiana Luzzi, dall'uomo dato in pasto ai maiali all'uccisione di un bimbo di tre anni. Un pregiudizio che si alimenta di inchieste truffa, come quella della Bbc, di interviste rubate, di telecamere nascoste, di luoghi comuni pronti a rivestire qualunque fatto. Persino i successi degli studenti calabresi diventano oggetto di una dura discussione, perché da queste parti anche i voti alti sono sospetti. L'autore si chiede: come si è arrivati al punto che il termine 'calabrese' risuoni quasi come una minaccia, portando con sé qualcosa di sinistro? O che la Calabria sia immaginata come una selva oscura? L'ultimo decennio di storia giornalistica parla chiaro".
"The sentiment anticalabrese had already mutated in the years of kidnappings and anonymous mafia war. But it's after the crime Fenton and the Duisburg massacre that injury transforms into a monster fueled by radiation of press and tv. Calabria is the land of mobsters and The Concept Whatever of the godfather of my POPs is your show ', women living in the middle ages. Each episode is proof that tara genetics really exists: from neutral gesture of Louis Preiti Fabiana murder Luzzi, manmade fed to hogs to the killing of a child of three years. A prejudice that is fueled by polls, like the Bbc, scam of interviews, hidden cameras in public places ready to cover any fact. Even the accomplishments of students calabresi become the object of a hard question, because around here even the high ratings are suspect. The author asks: How did it come to the point that the term ' c ' ring out almost as a threat, bringing with it something sinister? Or that Calabria is imagined as a dark forest? The last decade of journalistic history speaks for itself. "