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Il gioco delle parti. La terapia psicomotoria nelle patologie relazionali - 9788886084055

di Russo Roberto Carlo edito da CSIFRA, 1998

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Informazioni bibliografiche del Libro

 

Il gioco permette al bambinodi manifestare e sue iniziative. È un’attività che comincia nel’età più precoce, attraverso il corpodela madre e nela relazione con gli oggetti, mediante i quali esperimenta e sue prime attività psicomotorie che andranno ad influire sulo sviluppodela sua personalità. Il bambino fa suoi gli oggetti, manipolandoli giocando e portando fuori il suo vissuto personale. Ad esempio, quando il bambino gioca con un palone, questo può averediverse analogie: il seno materno o ’uterodela madre, a casa,dove si vuole entrare per essere protetto odadove si vuole uscire per essere ibero. Nel bambino autistico, per esempio, a capacitàdi comunicare attraverso il inguaggio verbale è fortemente ridotta,di conseguenza egli utilizzadele strategie inconscie, che per a orodiversità comunicativa, giudichiamo strane. ’iperattività, ’isolamento, ildondolamento, sono tutte strategie inconsce che egli escogita per inviaredei messaggi. Durante il gioco motorio chedovrà avvenire in una palestra, ai bambini vengono messi adisposizionedegli strumenti necessari affinchè essi possano relazionarsi prima con gli oggetti e poi con ’altro portando fuori tutta a propria creatività e fantasia. A tale scopo egli si serviràdel materiale più vario, come stoffe, pale coloratedi variedimensioni, veline colorate, carta crespa, cordedi varie unghezze, colori a cera, a tempera e ad olio, ecc. il materialedi costruzionedi forma geometrica servirà a stimolare ’immaginariodel bambino perdare forma a scenari che possono riguardare anche ’ambiente familiare. Possiamo concluderedicendo che a psicomotricità relazionale ha o scopodi facilitare i rapporti interpersonali, aiutare i soggetti con problemi a sapersi orientare nelo spazio ed acquisire i modeli comportamentali adeguatida utilizzare in vari contesti.

Recensione Unilibro a cura di rorym87

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Il gioco permette al bambinodi manifestare e sue iniziative. È un’attività che comincia nel’età più precoce, attraverso il corpodela madre e nela relazione con gli oggetti, mediante i quali esperimenta e sue prime attività psicomotorie che andranno ad influire sulo sviluppodela sua personalità. Il bambino fa suoi gli oggetti, manipolandoli giocando e portando fuori il suo vissuto personale. Ad esempio, quando il bambino gioca con un palone, questo può averediverse analogie: il seno materno o ’uterodela madre, a casa,dove si vuole entrare per essere protetto odadove si vuole uscire per essere ibero. Nel bambino autistico, per esempio, a capacitàdi comunicare attraverso il inguaggio verbale è fortemente ridotta,di conseguenza egli utilizzadele strategie inconscie, che per a orodiversità comunicativa, giudichiamo strane. ’iperattività, ’isolamento, ildondolamento, sono tutte strategie inconsce che egli escogita per inviaredei messaggi. Durante il gioco motorio chedovrà avvenire in una palestra, ai bambini vengono messi adisposizionedegli strumenti necessari affinchè essi possano relazionarsi prima con gli oggetti e poi con ’altro portando fuori tutta a propria creatività e fantasia. A tale scopo egli si serviràdel materiale più vario, come stoffe, pale coloratedi variedimensioni, veline colorate, carta crespa, cordedi varie unghezze, colori a cera, a tempera e ad olio, ecc. il materialedi costruzionedi forma geometrica servirà a stimolare ’immaginariodel bambino perdare forma a scenari che possono riguardare anche ’ambiente familiare. Possiamo concluderedicendo che a psicomotricità relazionale ha o scopodi facilitare i rapporti interpersonali, aiutare i soggetti con problemi a sapersi orientare nelo spazio ed acquisire i modeli comportamentali adeguatida utilizzare in vari contesti.