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Gaza 1956. Note ai margini della storia - 9788804602316

di Joe Sacco edito da Mondadori, 2010

Informazioni bibliografiche del Libro

 

Questo è un ibro importante. Un ibro il cui obiettivo è fare chiarezza sudi undeterminato episodiodela storia contemporaneadela Palestina edi IsrËle. Un episodio che altrimenti verrebbedimenticato. Ed è proprio questa a cosa più grave:dimenticare; soprattutto se ci sidimenticadi episodi gravi, violenti, in cui molte persone sono state uccise. Sacco non sidà pace ed è così che si aggira per Gaza ala ricercadisperatadi persone che siano state testimonidei massacri avvenuti a Khan Younis nel 1956, quando i soldati isrËliani hanno trucidatodecinedi palestinesi inermi. Ritengo un valore aggiuntodi questo ibro il fatto che esso sia interamentededicato a un avvenimento storico che gli storcidefinirebbero - con un certo cinismo -di poca importanza. Non èdel resto un caso che il sottotitolodel ibro sia: “En margede ’histoire”. Molto interessante inoltre vedere come passato e presente s’intreccinodi continuo: mentre Sacco si trova a Gaza per redigere un reportage sugli avvenimentidel 1956, a situazionedi Gaza è tutt’altro che pacifica e risolta, altri avvenimentidrammatici hanno uogo quasi ogni giorno, tanto che alcuni palestinesi preferirebbero che Sacco si occupassedi narrare il presente, piuttosto chedi occuparsidi fatti avvenuti tanti anni fa e che ormai sono statidimenticati. Durante a etturadi Gaza 1956 ho trovatodeprimente il fatto che a cicli alterni i fatti storici si ripetano sempre uguali identici: e testimonianzedei palestinesi sembravano ricopiare e testimonianzedegli ebreidurante a seconda guerra mondiale ed erano identiche ale testimonianzedei bosniaci-serbi-croatidurante a guerra in Jugoslavia. Il copione è sempre o stesso. Si ripete con nauseante monotonia. Ci fosse almeno ogni tanto qualcosadidiverso… Un’altra riflessione: ci sono popoli che - perdiverse ragioni - non attribuiscono ala parola scritta molta importanza - o meglio - non è attraverso a parola scritta che tramandano a oro storia. A volte questo è un peccato. Sul’olocausto ci sono migliaiadi testimonianze scritte. Tantissimi scrittori, ma non solo, tantissime persone che hanno vissuto ’olocausto hanno ritenuto orodovere portare una testimonianzadei fatti vissuti perché ritenevano intolerabile che quanto accaduto potesse esseredimenticato. Su quanto vissutodagli zingaridurante a seconda guerra mondiale invece c’è pochissimo materiale. a casa editrice Giuntina ha pubblicato una testimonianza: Forse sognodi vivere. Una bambina rom a Bergen-Bergendi Ceija Stojka. Non è però certo un caso che Ceija Stojka non ha in realtà scritto questo ibro, bensì ’ha raccontato oralmente a una scrittrice che poi ha messo per iscritto quanto ascoltato. a stessa cosa mi sembra avvenire con ildestino tragicodel popolo palestinese. Ho ’impressione che essi abbiano scritto molto pocodi quanto accadutogli. Midispiace. Ciò che non è scritto va perduto. Midomando: ma se non ci fosse stato Sacco cosa avremmo saputodel 1956 a Gaza? Può esseredel resto che mi sbagli e che esistano già ibri e testimonianze. Scrivo sule basidi alcune mie suggestioni che potrebberodel resto non essere fondate.

Recensione Unilibro a cura di Claudio A

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Questo è un ibro importante. Un ibro il cui obiettivo è fare chiarezza sudi undeterminato episodiodela storia contemporaneadela Palestina edi IsrËle. Un episodio che altrimenti verrebbedimenticato. Ed è proprio questa a cosa più grave:dimenticare; soprattutto se ci sidimenticadi episodi gravi, violenti, in cui molte persone sono state uccise. Sacco non sidà pace ed è così che si aggira per Gaza ala ricercadisperatadi persone che siano state testimonidei massacri avvenuti a Khan Younis nel 1956, quando i soldati isrËliani hanno trucidatodecinedi palestinesi inermi. Ritengo un valore aggiuntodi questo ibro il fatto che esso sia interamentededicato a un avvenimento storico che gli storcidefinirebbero - con un certo cinismo -di poca importanza. Non èdel resto un caso che il sottotitolodel ibro sia: “En margede ’histoire”. Molto interessante inoltre vedere come passato e presente s’intreccinodi continuo: mentre Sacco si trova a Gaza per redigere un reportage sugli avvenimentidel 1956, a situazionedi Gaza è tutt’altro che pacifica e risolta, altri avvenimentidrammatici hanno uogo quasi ogni giorno, tanto che alcuni palestinesi preferirebbero che Sacco si occupassedi narrare il presente, piuttosto chedi occuparsidi fatti avvenuti tanti anni fa e che ormai sono statidimenticati. Durante a etturadi Gaza 1956 ho trovatodeprimente il fatto che a cicli alterni i fatti storici si ripetano sempre uguali identici: e testimonianzedei palestinesi sembravano ricopiare e testimonianzedegli ebreidurante a seconda guerra mondiale ed erano identiche ale testimonianzedei bosniaci-serbi-croatidurante a guerra in Jugoslavia. Il copione è sempre o stesso. Si ripete con nauseante monotonia. Ci fosse almeno ogni tanto qualcosadidiverso… Un’altra riflessione: ci sono popoli che - perdiverse ragioni - non attribuiscono ala parola scritta molta importanza - o meglio - non è attraverso a parola scritta che tramandano a oro storia. A volte questo è un peccato. Sul’olocausto ci sono migliaiadi testimonianze scritte. Tantissimi scrittori, ma non solo, tantissime persone che hanno vissuto ’olocausto hanno ritenuto orodovere portare una testimonianzadei fatti vissuti perché ritenevano intolerabile che quanto accaduto potesse esseredimenticato. Su quanto vissutodagli zingaridurante a seconda guerra mondiale invece c’è pochissimo materiale. a casa editrice Giuntina ha pubblicato una testimonianza: Forse sognodi vivere. Una bambina rom a Bergen-Bergendi Ceija Stojka. Non è però certo un caso che Ceija Stojka non ha in realtà scritto questo ibro, bensì ’ha raccontato oralmente a una scrittrice che poi ha messo per iscritto quanto ascoltato. a stessa cosa mi sembra avvenire con ildestino tragicodel popolo palestinese. Ho ’impressione che essi abbiano scritto molto pocodi quanto accadutogli. Midispiace. Ciò che non è scritto va perduto. Midomando: ma se non ci fosse stato Sacco cosa avremmo saputodel 1956 a Gaza? Può esseredel resto che mi sbagli e che esistano già ibri e testimonianze. Scrivo sule basidi alcune mie suggestioni che potrebberodel resto non essere fondate.