I partiti politici milanesi nel secolo XIX - 9788842548423

I partiti politici milanesi nel secolo XIX: Insegnante al liceo di Lodi, Gaetano Salvemini affianca all'attività di studioso quella dell'osservatore e del militante politico. Al Nord, in particolare, scopre i testi di Carlo Cattaneo, e contemporaneamente inizia a collaborare a "Critica Sociale", la rivista-palestra del riformismo turatiano. Più in là negli anni, lo storico pugliese ricorderà quel periodo come uno dei "più belli" della sua vita. Frutto di questo insieme di circostanze favorevoli sono le pagine de I partiti politici milanesi nel secolo XIX, un volumetto formidabile in cui si mescolano rigore analitico e chiarezza espositiva. Al centro della narrazione, sempre nervosa e incalzante, il periodo che va dalla caduta del Regno d'Italia al 1859, anche se un capitolo finale aggiorna sui movimenti politici di rito ambrosiano sino alle soglie del Novecento. Ancora socialista, Salvemini rifiuta il clima, allora prevalente fra gli studiosi di vicende patrie, di embrassons-nous, sottolinea invece ambiguità e contrasti che caratterizzano la lotta politica dei lombardi "sotto il dominio austriaco". Il risultato è un quadro assai mosso, una varietà di voci e figure, il tutto tratteggiato con essenziale icasticità. Nulla che assomigli a certo preteso "unanimismo" così di moda nella vulgata risorgimentalista. Bella figura nel libro, infatti, fanno soprattutto i perdenti, a cominciare da Cattaneo, vera testa pensante delle Cinque Giornate milanesi.
Teacher in high school in Lodi, Gaetano Salvemini alongside the work that of observer and political militant. To the North, in particular, discovers the texts of Carlo Cattaneo, and simultaneously began working in "social criticism", the magazine-gym turatiano of reformism. Further on in years, the historian Pascal will remember that period as one of the "most beautiful" of his life. The result of this set of favourable circumstances are the pages of political parties in Milan in the late 19th century, a terrific little volume, combining analytical rigor and clarity. At the center of the narrative, always fast and responsive, the period from the fall of the Kingdom of Italy in 1859, although a final chapter updates on political movements of the Ambrosian Rite up at the turn of the twentieth century. Even Socialist, Salvemini refuses the climate, then prevalent among scholars of homelands, embrassons-nous, stresses instead ambiguity and contrasts that characterize the political struggle of lombardi "under Austrian rule". The result is a picture very choppy, a variety of voices and figures, all dashed with essential vividness. Anything that looks like some alleged "unanimity" so fashionable in the Vulgate risorgimentalista. You look good in the book, in fact, are mostly losers, starting with Cattaneo, real head thinking of the five days of Milan.