La tradizione signorile nella filosofia americana e altri saggi - 9788845283208

La tradizione signorile nella filosofia americana e altri saggi: George Santayana occupa una posizione singolare nel panorama filosofico del Novecento. È stato annoverato tra i filosofi classici americani e al tempo stesso etichettato come un filosofo avulso dal mondo, a cui guardava con un atteggiamento di profondo distacco. Ciò non gli ha impedito di elaborare un'analisi carica di pungente ironia nei confronti del mondo americano, bene accolta, fra l'altro, dalla sua punta più avanzata. La sua particolare posizione di insider/outsider lo ha dotato di uno sguardo penetrante su quella che egli, con una fortunata espressione, ha definito "la tradizione signorile" della filosofia americana. Al centro della sua visione emerge un dualismo insanabile tra due anime del mondo americano: una che trova espressione nella religione, nella morale, nella filosofia accademica e nella letteratura, caratterizzata dalla fedeltà alle tradizioni e dal rifiuto di tutto ciò che si allontana da esse; l'altra, all'opposto, caratterizzata dall'apertura verso il nuovo e dalla costante ricerca della crescita economica. Nei confronti di entrambe Santayana esprime una critica serrata: contro la prima per il suo soffocante atteggiamento di censura nei confronti del nuovo e del diverso, contro la seconda per il suo smaccato utilitarismo e la sua limitatezza culturale. Ne deriva una critica della modernità di grande interesse per il dibattito contemporaneo sul tema del controllo della libertà individuale, in quanto esso procede di pari passo con l'incentivazione del progresso e il miglioramento delle condizioni pratiche della vita nel mondo contemporaneo.
George Santayana occupies a position unique in the philosophical view of the twentieth century. It was considered one of the classic American philosophers and at the same time labeled a philosopher unrelated world, at which he gazed with an attitude of deep detachment. This didn't stop him from developing an analysis loaded with irony against the American world, welcomed, inter alia, from its tip. Its particular position of insider/outsider he has a piercing gaze on what he, with a happy expression, called it "the genteel tradition" of American philosophy. At the heart of his vision emerges an irremediable dualism between two souls of American world: a that finds expression in religion, morality, philosophy and literature, characterized by faithfulness to the traditions and rejection of everything that moves away from them; the other, by contrast, characterised by openness to the new and constant pursuit of economic growth. Against both Santayana expresses a comprehensive criticism: the first for his stuffy attitude of censorship against the new and different, against the second for his blatant utilitarianism and his cultural limitations. It follows a critique of modernity, of great interest to the contemporary debate on the issue of the control of individual freedom, in that it goes hand in hand with the promotion of progress and the improvement of the practical conditions of life in the modern world.