Occidente - 9788863962673

Occidente: Tredici anni di parole si riuniscono in una silloge votata alla riflessione e al sentimento. Parole nate "quando vogliono e come vogliono" appuntate su quaderni, taccuini, diari, scontrini fiscali: un percorso di vita che si trasforma in viaggio nel momento stesso in cui si osserva all'indietro, per capire che cosa eravamo e che cosa siamo diventati, e che cosa ne è stato del mondo. L'occidente è il luogo del tramonto, della morte della luce e della nostra cultura. La sensazione odierna è infatti quella di un progressivo degrado dei valori della cosiddetta civiltà occidentale, acuito da una crisi economica che sembra destinata a non finire. Il Poeta diviene allora testimone della decadenza e il suo canto si fa malinconico, talvolta struggente e amareggiato, ma la parola ha ancora il dovere di lottare e ricostruire un possibile futuro. Senza vestire i panni del profeta, Stefano Santini tratteggia il presente con le tinte calde dell'ultima ora del giorno, espandendo la metafora all'amore, al lavoro, alla società, e rivendicando il diritto al sogno e alla speranza. Se la fine è vicina, non dobbiamo comunque avere paura. L'uomo rinascerà, come la storia insegna, semplicemente, magari scrivendo poesie, come un viandante tra le foglie d'autunno che già osserva i segni della prossima primavera.
Thirteen years of words come together in a collection devoted to reflection and feeling. Nate's words "when they want and how they want" pinned on notebooks, notebooks, diaries, receipts: a life path that turns into a journey at the very moment when you look backward, to understand what we were and what we have become, and what happened to the world. The West is the place of sunset, death of light and our culture. The feeling today is that of a gradual degradation of the so-called Western civilization, exacerbated by an economic crisis that looks set to no end. The poet then becomes witness of decadence and its song is wistful, sometimes poignant and bitter, but the Word still has a duty to fight and rebuild a possible future. Without assume the role of the Prophet, Stefano Santini outlines the present with the warm hues of the last hour of the day, expanding the metaphor to love, to work, to society, and claiming the right to dream and hope. If the end is near, we must not be afraid. The man will be reborn, as history has shown, simply, perhaps writing poetry as a wanderer between the autumn leaves that already observes the signs of spring.