Matilde e il tram per San Vittore - 9788899737542

Matilde e il tram per San Vittore: A causa degli scioperi che durante la Seconda Guerra Mondiale paralizzarono i grandi stabilimenti a nord di Milano - i più grandi nell'Europa occupata dai nazisti - centinaia di lavoratori di Sesto San Giovanni e dei comuni limitrofi furono vittime di retate spietate, sottratti ai propri affetti e deportati nei lager nazisti. L'opera nasce dalle testimonianze raccolte in più di venti anni da Giuseppe Valota, presidente dell'ANED di Sesto San Giovanni e Monza, figlio di un deportato morto a Mauthausen. Un testo che vuole mettere in evidenza il 'non eroismo' di chi si oppose al nazifascismo pagando un caro prezzo. Lo fa attraverso le voci di quelle donne che si ritrovarono improvvisamente da sole, costrette a vivere e a gestire un quotidiano di fame e miseria, nel terrore della guerra e dei bombardamenti. Alla disperata ricerca dei loro uomini, inghiottiti nel nulla, si precipitavano nei luoghi di detenzione dei nazisti e dei fascisti, fra cui la sede della famigerata Legione Ettore Muti in via Rovello, un luogo di tortura che nel dopoguerra diventerà il Piccolo Teatro di Milano. Nel clima festoso del dopoguerra, per molte di quelle donne incominciò un periodo ancor più terribile, quello dell'attesa spasmodica. Anche per le donne che ebbero la fortuna di riabbracciare i propri cari, la vita non fu mai più quella di prima.
Because of the strikes that during World War II crippled large settlements North of Milan? the largest in Nazi-occupied Europe? hundreds of workers in Sesto San Giovanni and surrounding municipalities became victims of ruthless raids, subtracted their affections and deported to Nazi concentration camps. The work stems from evidence collected in more than twenty years by Joseph Valota, President of ANED in Sesto San Giovanni and Monza, son of a deported died at Mauthausen. A text that aims to highlight the heroism of those who opposed the Nazi-fascism, paying a heavy price. It does so through the voices of those women who find themselves suddenly alone, forced to live and manage a daily of hunger and misery, in terror of the war and the bombings. Desperate for their men, swallowed into nothingness, rushed to places of detention of the Nazis and fascists, including the headquarters of the infamous Legion Ettore Muti in via Rovello, a place of torture that in the postwar period becomes equal to the Piccolo Teatro di Milan. In the festive atmosphere of the postwar period, many of those women began a period even more terrible, that of spasmodic waiting. Even for women who had the good fortune to reunited with loved ones, life was never the same.