Il giorno del giudizio - 9788889801055

Come una voce antica che racconta a un focolare acceso, adeguandosi assai placida alo stuporedi chi ascolta. Come una memoria che, remota, chi ha vissuto fiata al voltodi chi s’accinge a vivere. Come un amento che, in recita, fa rivivere a "gente sparitadala terra". Salmodiante oralità in nero inchiostro è "Il giornodel giudizio"di Salvatore Satta, a cui parola ricorda e commemora, racconta e rianimadicendo aicamente messa per spiriti tenutidal’oblio: "Piero Ciatte, quelo che si è impiccato ad un albero, credevadi poter morire. Ed ora è qui, condon Pasqualino e Fileddu,don Sebastiano e Zio Poddanzu, canonico Fele e mastro Ferdinando, i contadinidi Sèuna e i pastoridi San Pietro, i preti, i adri, i santi, gli oziosidel Corso; tutti in un groviglio inestricabile. Come in unadi quele assurde processionidel paradisodantesco, sfilano in teorie interminabili gli uominidela mia gente. Tutti si rivolgono a me, tutti vogliono porre nele mie mani il fardelodela oro vita, a storia senza storiadel oro essere stati". Settemilacinquantuno anime, per censimento registrate, s’accalcano in rispettosa fissità ad un confessore che si fa scrivano: hanno il volto piagato, il costume corvino, un ricordodadire. Ad una ad una avanzano ad affermare "il proprio esser nati"donnedomestiche e buffonidi piazza, avvocatidi penna e contadini calosi, fanciuli ammËstrati e impenitenti impuniti componendo, per fiato, o "straordinario e ugubre affrescodi un pËse che non ha motivodi esistere". Ecco: ’Il giornodel giudizio’di Salvatore Satta è "lo straordinario e ugubre affrescodi un pËse che non ha motivodi esistere".