«Il confine, il confine. Dov'è?». Theodor Fontane, Friedrich Nietzsche e il realismo tedesco - 9788893661232

«Il confine, il confine. Dov'è?». Theodor Fontane, Friedrich Nietzsche e il realismo tedesco: Il mondo rappresentato nei romanzi di Theodor Fontane e di Wilhelm Raabe è strutturato da confini rigidi, superare i quali comporta un prezzo molto alto qualora si imbocchi la strada di una certa eccentricità. Se è vero, secondo il celebre assunto di Lotman, che il testo narrativo è tale se almeno un personaggio attraversa la linea che separa uno spazio semantico da un altro, nella narrazione realista questa struttura è anche un centro ideologico fondamentale. La concretezza dell'idea di confine e di limite affiora fin dalla trama, e si palesa nella descrizione delle case e dei palazzi che fanno da sfondo alle vicende narrate. L'onnipresenza del confine evoca per contrasto il suo superamento, annunciando così quella semantica che Nietzsche, contemporaneo degli autori qui presentati, mobilita nei suoi scritti per demolire l'edificio dei luoghi comuni che gravano sulle nature meno addomesticabili. Il libro vuole mettere in luce questa affinità tra una letteratura e una filosofia che, nella Germania di fine Ottocento, condividono un orizzonte di esperienze storiche e culturali comuni che trova nella casa, in quanto spazio delimitato da confini tangibili, una delle sue metafore più pregnanti.
The world depicted in the novels of Theodor Fontane and Wilhelm Raabe is structured by rigid boundaries, overcoming which entails a very high price if you take the path of a certain eccentricity. If it is true, according to Lotman's famous assumption, that the narrative text is such if at least one character crosses the line that separates one semantic space from another, in the realist narrative this structure is also a fundamental ideological center. The concreteness of the idea of border and limit emerges from the plot, and is evident in the description of the houses and palaces that are the background to the events narrated. The omnipresence of the border evokes by contrast its overcoming, thus announcing the semantic that Nietzsche, contemporary of the authors presented here, mobilizes in his writings to demolish the building of the clichés that burden on the less tame. The book aims to highlight this affinity between a literature and a philosophy that, in Germany at the end of the nineteenth century, share a horizon of common historical and cultural experiences that it finds in the house, as a space bounded by tangible boundaries, one of the its most important metaphors.