Brandelli d'Italia. Versi politici e civili - 9788864281513

Brandelli d'Italia. Versi politici e civili: Le poesie di questa raccolta sono profili di personaggi italiani contemporanei (politici, magistrati, intellettuali), colti in alcuni aspetti e momenti della loro attività. Un divertimento letterario più che frutto di un reale sentire dell'Autore, che vede il mondo e la vita umana come un gioco dialettico di Dio (in cui l'uomo non è che uno strumento), nel quale si fronteggiano gli opposti, come il bene e il male, i buoni e i cattivi, i quali altro non sono che astrazioni, categorie della mente umana originate da buono o da cattivo umore. Ciò che si ricava da quella silloge è che oggi in Italia i politici e gli intellettuali sono sradicati dalla cultura di un tempo, su cui si fondavano i grandi partiti: al posto di quelle radici è subentrato un vuoto, di idee, di progetti, riempito da un repertorio di parole inutili e inconcludenti. Già nel 1974 in Italia fragile Giuseppe Prezzolino scriveva: "Per salvare l'Italia dal disastro non c'è un solo cenno ai rimedi: si sentono tante proposte, e tutte partono da persone che se ne intendono, ma sono come chiuse in una stanza, abituate alle loro poltrone, e il grave è che non suscitano in nessuna parte del pubblico fede ed entusiasmo".
The poems in this collection are profiles of contemporary Italian characters (politicians, magistrates, intellectuals), caught in some aspects and moments of their activities. A literary fun more than the result of a real feel of the author, who sees the world and human life as a dialectic game of God (in which the man is but a tool), which face each other opposites, like good and evil, good and bad, which are nothing but abstractions, categories of the human mind that originate from good or bad mood. What we get from that collection is that today in Italy the politicians and intellectuals are uprooted from the culture of the past, on which were based the big parties: instead of those roots has been replaced by a blank, ideas, projects, filled by a repertoire of unnecessary words and inconclusive. Already in 1974 in fragile Italy Giuseppe Prezzolino wrote: "to save Italy from the disaster there is not just one nod to remedies: they feel many proposals, and all depart from folks who are, but they are as locked in a room, accustomed to their armchairs, and serious is that do not raise in any part of the public faith and enthusiasm."