Il prato bianco - 9788806222758

Il prato bianco: "Il prato bianco" uscì da un piccolo, raffinato editore, l'Obliquo, nel 1997. Era la terza raccolta poetica di Francesco Scarabicchi, che con quel libro entrava a pieno diritto fra i maggiori poeti italiani contemporanei, confermandosi poi a più riprese nei vent'anni che sono seguiti. L'atmosfera invernale evocata fin dal titolo fece parlare Gian Carlo Ferretti di «uno scenario dominato dal gelo, dalla neve, dal bianco, quasi immagini di un mondo in letargo, invisibile, ma segretamente vivo e disposto al risveglio». E in questa situazione di apparente abbandono che le immagini della natura si fanno precise: prati, serre, fiori, alberi: descrizioni realistiche ma anche metafore a indicare cura e accudimento. Sono paesaggi di una natura coltivata, non selvaggia, e questo accudimento meticoloso, nonostante l'ala fredda che incombe su persone e cose, sembra essere la cifra dell'umanità che emerge da questi versi, già a partire dalla prima poesia. Curarsi di ciò che sopravvive, celebrare senza retorica ciò che è destinato a non sopravvivere: quella di Scarabicchi è una malinconia composta e quasi serena anche quando, nel nucleo centrale del libro, viene affrontato più direttamente il tema della morte: e sono forse le poesie più intense di tutto il libro.
"The white meadow" was released by a small publisher, refined, oblique, in 1997. It was the third collection of poetry by Francis Sabz, which with that book he entered in its own right among the contemporary Italian poets, then several times in the twenty years that have followed. The winter atmosphere evoked right from the title Gian Carlo Ferretti ' he talk a scenario dominated by Frost, snow, white, almost invisible, images of a world in hibernation, but secretly alive and willing to wake up. " And in this situation of apparent abandonment that images of nature are precise: meadows, greenhouses, flowers, trees: realistic descriptions but also metaphors to show care and nurturing. Are landscapes of a cultivated nature, wild, and not this meticulous care, despite the cold wing hanging over people and things, seems to be the figure of humankind that emerges from these verses, as early as the first poem. Grok what survives, not what is intended to celebrate without rhetoric survive: Sabz is a melancholy composed and almost serene even when, in the core of the book, is addressed more directly the subject of death: and are perhaps the most intense poems throughout the book.