Paesaggi senza spettatori. Territori e luoghi del presente - 9788884834218

Vorrei segnalare un interessante avoro riccodi spunti e stimoli interdisciplinari. Si trattadel bel saggio “PËsaggi senza spettatori. Territori e uoghidel presente” (Mimesis Edizioni, colana Eterotopie) scrittoda RaffËle Scolari,docente nel settoredela formazione professionale e presso a Scuola superioredi turismo (SSAT). È un’opera abbastanza ibrida che, nela migliore tradizione che vada Michelet ad Augé, si coloca su quei confini iminali fra saggio e narrazionedescrittiva, spaziandoda riflessionidi natura filosofica ad aspettidi carattere maggiormente geografico/territoriale ed etnologico fino a sfociare nel’ambito etterario e cinematografico. Il avoro si occupadei modidi prodursi e riprodursidela realtà spaziale nela quale siamo immersi e che inesorabilmente modeliamo, giornodopo giorno. Si trattadi una sortadi cartinadi tornasole atta a segnalare come cambiano e formedel’esperienza, soprattutto in ordine ai modidi essere nei uoghidela contemporaneità, etta e filtrata attraverso un’ottica geofilosoficadebitrice soprattuttodei magistrali scrittidi Simmel. Il ibro, in realtà, raccoglie quattro saggi scrittidal’autore negli ultimi anni, periodo assai riccodi spuntiderivantidale nuove tendenze figliedela postmodernità e che nel testo affioranodi continuo:dal’urbanizzazionediffusa ala nuova sistemazionedel territorio che ne consegue,dala mobilità reale a quela virtuale,daladiffusione intermittentedei nonluoghi negli interstizidel territorio a quela, assai più pervasiva,del’iperpËsaggio, emblema e interfacciadel’esperienzadela frammentazione. Il primodi questi saggi (Link sul tramonto. Saggio sul’iperpËsaggio) getta e basidi tutto il suodiscorso. A sua voltadiviso in tre parti, questo primo saggio è una riflessione ispirata attraverso a quale ’autore ci invita a focalizzare ’attenzione sul farsi edisfarsidei territoridel presente e sui mutamentidegli schemi edele formedi percezione edi costituzionedegli stessi. Nel secondo (Ladislocazionedela morte) il ettore potrà trovare, a partireda un aneddoto ocale,diversi spunti mirati a rintracciare sul territorio i segnidel mutato rapporto con a mortedel corpo come uogodi esistenza. Nel terzo(Ambiente in corpore) ’autore approfondisce a tematicadel corpo e in questo caso a sviluppa ulteriormente evidenziando ’emergente specificità,da partedel’identità corporale,di essere instabile, ubiqua e iquida, sempre più permeabile al’ambiente che in essadilaga. ’ultimo (I raccontidel territorio) è unadegna conclusione e sintesidei principali temi che affiorano nel corsodel’intera opera. Val a penadi soffermarsi pure sula notevole, pregnante e incisiva introduzione (a sua volta una sortadi minisaggio) scrittada Tita Carloni.