Il sublime della risonanza. L'idea spirituale della musica in Occidente - 9788838240416

Il sublime della risonanza. L'idea spirituale della musica in Occidente: L'idea occidentale della musica abita iI mutamento civile e non solo la ripetizione rituale, perchè in essa le risonanze affettive e spirituali del Logos sono state intenzionalmente consegnate all'estro creativo dell'uomo. E ciò e avvenuto mediante l'azzardo liturgico di un canto responsoriale della fede, cui e stata assegnata la responsabilità espressiva della Parola. II racconto di questa storia, e delle sue svolte epocali, non e diffuso. La conoscenza e la frequentazione delta nostra tradizione musicale, da questo punto di vista, e da tempo svaporata nell'inerte ripetizione di pochi luoghi comuni. Fra questi luoghi comuni affiora anche it pregiudizio di una perfetta e insanabile estraneità fra la contemporaneità musicale e la tradizione religiosa. L'estraneità fra i due mondi rimane certo cospicua, inspiegabilmente, sul piano della conoscenza e dell'interesse che abitano la cultura riflessa e ufficiale. Non lo è affatto, se ci si porta concretamente sul terreno dell'arte colta e del pensiero creativo che la alimenta. Nel Novecento musicale, in modo particolarmente vistoso anche rispetto alle altre forme espressive, il confronto diretto, ancorché dialettico e critico, con i temi della tradizione spirituale e religiosa e imponente. La profezia di Nietzsche - «l'arte avanza, dove le religioni si ritirano» - non ha fatto grandi ascolti, in musica. Questo saggio cerca di agevolare l'ingresso nella contemporaneità, raccontando anzitutto gli inizi e i passaggi salienti della spiritualità occidentale della musica, nel suo formarsi. II filo dell'analisi non è quello convenzionale
The western idea of music inhabits civil change and not only ritual repetition, because in it the affective and spiritual resonances of logos were intentionally delivered to the creative flair of man. This was done through the liturgical gamble of a re-responsible song of faith, which was assigned the expressive responsibility of the Word. The story of this story, and its epochal turning points, is not widespread. The knowledge and attendance deltas our musical tradition, from this point of view, and long vapered in the inert repetition of a few clichés. Among these clichés also emerges the prejudice of a perfect and insanitary estrangement between the musical contemporary and the religious tradition. The estrangement between the two worlds remains conspicuous, inexplicably, in terms of the knowledge and interest that inhabit the reflected and official culture. It is not at all, if you bring yourself concretely to the ground of cultured art and the creative thought that nourishes it. In the twentieth century music, in a particularly striking way also compared to other forms of expression, the direct comparison, even dialectical and critical, with the themes of spiritual and religious tradition and imposing. Nietzsche's prophecy - "art advances, where religions withdraw" - has not made great listeners, in music. This essay seeks to facilitate entry into the contemporary, recounting first and foremost the beginnings and salient passages of the Western spirituality of music, in its formation. The thread of analysis is not the conventional one