Se avessero - 9788811675303

Se avessero: Una mattina di maggio del 1945 tre (o quattro) partigiani si presentano col mitra sullo stomaco in un villino zona Fiera di Milano alla caccia d'un ufficiale della Repubblica Sociale (o forse di tre), lo scovano, segue un ampio scambio di vedute, e se ne vanno. Da questo aneddoto domestico, sincronizzato bene o male ai grandi eventi della Storia, si dipanano settant'anni di ricordi di un fratello quindicenne, confusi ma puntigliosi, affidati come sono agli «intermittenti soprusi della memoria»: il nero-sangue e il gelo della guerra, la triste farsa di sognarsi eroe, poi il «passaggio dalla parte del nemico» (iscrizione al PCI), e poi ancora un titubante far parte per se stesso; e il rapporto di reciproca protezione con il padre fascista; e la famiglia «feudale» della strana mamma; ma anche una collana di amori malriposti, le letture, il teatro, la musica, il calcio, gli amici. Testa e cuore però non fanno che tornare a quella mattina di maggio, a quell'ipotesi sospesa, a quell'eccidio mancato. Così, nel tentativo di fare i conti con i propri fantasmi, Vittorio Sermonti ci regala un libro sconcertante, tracciato nella forma di una lunga canzone d'amore per un tu che ha smascherato molti di quei fantasmi del "narrator narrato", e gli dà ancora la voglia di vivere: un libro che è anche la cronaca minuziosa di un Paese e di un interminabile dopoguerra, e, spesso mimando pensieri, lessico e voce d'un ragazzino d'antan, ci fa riflettere sulla tragica e ridicola ricerca di noi stessi che ci affligge giorno per giorno, uno per uno: «non contiamo niente, perché ognuno conta purtropp
One morning in May 1945 three (or four) partisans show up with a machine gun on their stomachs in a villa in the Fiera di Milano area on the hunt for an officer of the Social Republic (or perhaps three), find him, follow a wide exchange of views, and leave. From this domestic anecdote, synchronized for better or worse to the great events of history, seventy years of memories of a fifteen-year-old brother unfold, confused but meticulous, entrusted as they are to the "intermittent abuses of memory": the black-blood and the frost of war, the sad farry of dreaming of a hero, then the "passage on the side of the enemy" (registration with the PCI), and then again a hesitant to be part for himself; and the relationship of mutual protection with the fascist father; and the "feudal" family of the strange mother; but also a series of misplaced loves, readings, theater, music, football, friends. Head and heart, however, only go back to that Morning in May, to that suspended hypothesis, to that failed massacre. So, in an attempt to come to terms with his own ghosts, Vittorio Sermonti gives us a disconcerting book, traced in the form of a long love song for a you who has unmasked many of those ghosts of the "narrated narrator", and still gives him the desire to live: a book that is also the meticulous chronicle of a country and an endless post-war period ...