Morale per disobbedienti - 9788833933580

Morale per disobbedienti: Che cosa ci fa una giraffa a Parigi davanti all'Eliseo? E perché il primo ministro Pompidou urla al telefono contro il direttore dell'École normale? Ce lo racconta Michel Serres in questo suo ultimo libro, insieme a tanti altri scherzi che, da bravo rompiscatole, sí è divertito a fare per tutta la vita: le battaglie con i cuscini contro i sorveglianti del collegio, da studente; le feste fino a tarda notte sui transatlantici, da ufficiale di marina; lo scompiglio caotico durante i corsi di filosofia, da professore. A ottantotto anni Michel Serres ci ha lasciati, ma prima di andarsene ci ha regalato questo libro-testamento, nel quale si addentra «in punta di piedi nel territorio esotico della morale», scegliendo di celebrare non la filosofia, né il sapere scientifico e tecnico - che pure lo hanno reso una delle menti più stimate e apprezzate dell'ultimo secolo in Francia - ma la burla. Lo scherzo e l'impertinenza, infatti, sono stati per Serres la prima vera esperienza sociale e politica, il primo atto di disobbedienza. Da questi, racconta, ha imparato a prendersi gioco delle gerarchie e a preferire l'obbedienza alla verità delle cose, «leali e dure, che hanno in sé le proprie leggi». Da bravo nonno, Serres sceglie di celebrare la risata dolce che, sola, è in grado di renderci umani, e l'umiltà anticonformista di chi sa prendersi poco sul serio, è capace di provare empatia e sa mettersi nei panni di chi è ferito e in difficoltà. Perché sono gli umili e i modesti a possedere «l'intelligenza coraggiosa che si inchina di fronte alla verità piena e alla bellezza del mondo». "Mora
What's a giraffe doing in Paris in front of the Elysée? And why does Prime Minister Pompidou shout on the phone against the director of the normal Ecole? Michel Serres tells us this in his latest book, along with many other jokes that, as a good troublemaker, he is amused to do all his life: the pillow battles against the supervisors of the college, as a student; late-night festivities on the ocean liners, as a naval officer; the chaotic turmoil during philosophy classes as a professor. At the age of eighty-eight, Michel Serres left us, but before he left he gave us this book-testing, in which he "tiptoes into the exotic territory of morality", choosing not to celebrate not philosophy, nor scientific and technical knowledge - which they also made him one of the most esteemed and appreciated minds of the last century in France - but the prank. The joke and impertinence, in fact, were for Serres the first real social and political experience, the first act of disobedience. From these, he says, he learned to make fun of hierarchies and to prefer obedience to the truth of things, "loyal and harsh, which have their own laws in themselves." As a good grandfather, Serres chooses to celebrate the sweet laugh that, alone, is able to make us human, and the maverick humility of those who know how to take themselves little seriously, is able to feel empathy and knows how to put himself in the shoes of those who are wounded and in difficulty. Because it is the humble and the modest who possess "the courageous intelligence that bows before the full truth and beauty of the world." "Mora