Nel segno della memoria. Un percorso tra arte e disagio psichico. Catalogo della mostra (Novara, 25 ottobre-9 novembre 2008) - 9788842217138

Nel segno della memoria. Un percorso tra arte e disagio psichico. Catalogo della mostra (Novara, 25 ottobre-9 novembre 2008): Nel maggio 1978 veniva approvata la Legge 180 che oggi, a trent'anni di distanza, mantiene intatta la sua straordinaria carica innovativa e il suo indiscutibile valore culturale. Ma che cosa era in realtà il manicomio che la Legge 180 chiudeva definitivamente? Un luogo desolato e inumano in cui venivano contenuti migliaia di uomini e donne. Contenuti e non certo curati, perché l'ospedale psichiatrico non solo non curava, ma creava patologia. Se la psicosi depersonifica, l'ospedale psichiatrico ingigantiva tutto ciò. Con "Nel segno della memoria" si vogliono ricordare queste cose. E lo si fa attraverso cartelle cliniche, documenti e fotografie, attraverso quelli che furono gli "strumenti terapeutici" di allora e attraverso le opere, toccanti, di Giovanni Sesia. Sono volti di uomini e di donne sofferenti quelli che guardano nelle immagini che Sesia propone. Occhi e volti che raccontano storie drammatiche, irrigidite e congelate in aride cartelle cliniche dove la sola nota "prosegue invariato", ritrascritta di anno in anno, sembra gettare una pietra tombale sopra una possibile speranza di cambiamento. E poi altre fotografie/dipinti che rimandano alla desolazione dell'ambiente manicomiale: materassi abbandonati e tristi che videro notti agitate e sogni terribili; lenzuola come sudari; povere sedie, unico riposo per chi camminava avanti e indietro, tutto il giorno, senza meta, trascinando scarpe senza lacci; vecchi termosifoni arrugginiti, unica fonte di calore nel gelo affettivo delle mura manicomiali.
In May 1978 was approved the law 180 that today, thirty years later, has maintained its unique innovative power and its undeniable cultural value. But what was actually the Madhouse that the law 180 closed permanently? A desolate spot and inhumanely that contained thousands of men and women. Content and certainly not treated because the psychiatric hospital not only cured, but creating disease. If psychosis depersonifica, the psychiatric hospital editing everything. With "in the name of memory" will want to remember these things. And you do it through medical records, documents and photographs, through those who were the "therapeutic" by then and through the works, touching, by Giovanni Sesia. Are the faces of men and women who suffer those who look in the images that Sesia proposes. Eyes and faces that tell stories dramatic, tense and frozen in arid medical records where the single note "unchanged", repeated year after year, seems to throw a headstone over a possible hope for change. And then other photographs/paintings that refer to environmental reconstruction in abandoned mattresses and sad desolation that saw troubled nights and terrible dreams; sheets as shrouds; poor chairs, only resting for who walked back and forth all day, aimlessly, dragging shoes without laces; old rusty heaters, only heat source in the Frost walls affective mental hospitals.