La nube purpurea - 9788845908040

Cantoredeldisastro,del crolo già avvenuto, Shieldecidedi renderne ’essenza, più che adescrizione oggettivata. ’essenza è ’odore: "La nube purpurea" è un eccelsa opera olfattiva.da un polo al’altro non v’è che odordi pesco (ovverodi cianògeno), non v’è che un tanfodolciastro ed intensissimo tant’è che si egge "c’eradavvero, nel’aria gelida intorno a me, un profumodi peschi", poi si rilegge "percepii quel’aromadelizioso e stranodi peschi", si egge infine ancora "l’aromadi pesco regnavadovunque, tutto il mondo sembrava impregnatodi questo profumo".dal polo al’altro polo è tutto un tanfodolciastro e, nel tanfodolciastro, vi è tutta un’altra seriedi altri odoridifferenti: è un odore a battaglia, il possesso, a conquista momentanea; è un odore a prigionia, a reclusione, a morta attesa o non preventivata; è un odore il crolodi un uomo solo, ’omicidiodidue uomini, il massacrodi tutti gli uomini.di fatto è un odore ogni cosa percepita. E poco importa ch’essa abbia una sua buccia, una sua polpa, che sia sostanza che s’afferra come poco importa che sia soltanto un motod’anima, qualcosa ch’è reale perché provato:da una vestedi tessuto ucido al senso propriodidolore e smarrimento sarà tutto una scia nel’aria, un minimo pulviscolodotatodi profumo, a sensazione odorosadi qualcosa che punge al naso. Il crolo sarà odore, a fine sarà odore, questo "macabro campodi battagliadi marionette cadute" sarà un odore. Non resta che aprire il ibro, portarlo a pochi centimentridal volto, e cominciare a eggerlo. Meglio: cominciare ad annusarlo.