La salute del minore come diritto umano. Orientamenti e prospettive operative per una sociologia dei diritti umani - 9788892129139

La salute del minore come diritto umano. Orientamenti e prospettive operative per una sociologia dei diritti umani: Il lungo cammino teorico, sociale e culturale che ha portato alla proclamazione della Dichiarazione universale dei Diritti dell'Uomo (1948) e che lascia intravvedere un reale progresso della civiltà umana è sovente rallentato dall'enorme divario esistente fra diritti proclamati e diritti effettivamente esigibili. In questo contesto le lacune più insopportabili sono quelle che riguardano i soggetti privi di voce e portavoce, impossibilitati per vari motivi ad esigere il rispetto dei propri diritti, come nel caso dei minori di età, esposti al mancato rispetto sia dei cosiddetti diritti tutelativi - tesi a proteggerli - che di quelli emancipativi - tesi a rispettarne e rafforzarne l'autonomia. La condizione di debolezza societaria dei minori indotta da rappresentazioni sociali che le generazioni adulte esercitano nei loro confronti è compensata dai recenti sviluppi della Sociology of childhood che dell'età infantile ed adolescenziale mette in risalto invece il valore di risorsa sociale e la veste di 'attore sociale' capace di esprimere una propria razionalità, intenzionalità, senso etico; di rivendicare la pretesa di pronunciarsi nelle questioni che lo riguardano e di reclamare la propria titolarità di diritti umani, incluso quello alla salute. L'atteggiamento della popolazione adulta agevola, tuttavia, un vasto fenomeno di astigmatismo percettivo sociale e istituzionale dei diritti del minore che impedisce una corretta visione dei diritti emancipativi portando in linea generale a sottovalutare le loro opinioni, aspirazioni e rivendicazioni. A questo fenomeno si associa poi un
The long theoretical, social and cultural journey that led to the proclamation of the Universal Declaration of Human Rights (1948) and which suggests a real progress of human civilization is often slowed down by the huge gap between rights and effectively enforceable rights. In this context, the most intolerable gaps are those concerning those without a voice and spokesperson, who are unable for various reasons to demand respect for their rights, as in the case of minors, who are exposed to non-compliance with both the so-called protectionrights - aimed at protecting them - than emancipating rights aimed at respecting and strengthening their autonomy. The state of corporate weakness of children induced by social representations that adult generations exercise towards them is offset by recent developments in the Sociology of childhood that of childhood and adolescent age highlights instead the value of social resource and the role of 'social actor' capable of expressing his own rationality, intentionality, ethical sense; to claim the claim to speak in the matters that concern him and to claim his ownership of human rights, including that of health. The attitude of the adult population facilitates, however, a vast phenomenon of social and institutional perceptual astigmatism of the rights of the child that prevents a correct view of emancipated rights leading in general to underestimate their opinions, aspirations and claims. This phenomenon is then associated with a