La pecora nera - 9788845929724

La pecora nera: Decisamente, il piccolo Yehoshua non è portato per la santità: le preghiere infinite del padre, i libri di morale della madre, l'onnipresenza della Torah che pesa "come un macigno" sulla sua famiglia, quel mondo in cui è attribuita più verità alle fiamme dell'inferno che alla natura circostante e agli uomini concreti che la abitano - tutto ciò suscita in lui solo una sensazione di soffocamento e accende un grande desiderio di fuga. Yehoshua anela ai pascoli, ai cavalli, ai giochi nei campi con i coetanei; alle letture della Bibbia preferisce le storie di ladri, briganti, soldati, vagabondi; ama usare sega e pialla nella bottega del falegname piuttosto che stare rinchiuso ore e ore a scuola, sottoposto alla dura disciplina dei maestri, e mal sopporta la tirannia del senso del peccato: "Qualsiasi cosa uno facesse era peccato. E ovviamente essere sfaccendati era peccato". Eppure, da questi irriverenti ricordi d'infanzia, che Singer ripercorre con la precisione e la brillantezza di una scrittura come sempre magistrale, traspare la nostalgia immedicabile per un mondo, quello dello shtetl, che ancor prima che il nazismo ne sancisse la definitiva cancellazione era già avviato al dissolvimento; di questo mondo, popolato da studenti di Talmud, macellai rituali, rabbini, artigiani, mendicanti, scaccini zoppi, maestri folli e scolari riottosi, Singer ci consegna un ritratto così vivido che ci pare di udirne le voci, di percepirne gli odori - e quasi saremmo tentati di scrollarcene di dosso la polvere.
Definitely, the little Yehoshua is not brought for Holiness: endless prayers, moral books of the mother, the ubiquity of the Torah that weighs "like a stone" on his family, that world that is attributed more truth to the fires of hell and the surrounding nature and men who live in concrete-everything arouses in him only a choking sensation and a strong desire to escape. Yehoshua longs for pastures, to horses, to games with peers; the Bible readings prefer stories of thieves, brigands, vagrants, soldiers; likes to use saw and Planer in the Carpenter's shop rather than staying cooped up in school hours, subjected to the harsh discipline of the masters, and bears the tyranny of sense of sin: "whatever one did was shame. And of course be idlers was sin. " Yet, these irreverent childhood memories, which Singer traces with the precision and brilliance of a writing as always, reflected a yearning for an untreatable, that world of the shtetl, which even before the Nazis it would confirm the definitive cancellation had already started dissolving; of this world, populated by students of Talmud, ritual butchers, rabbis, craftsmen, beggars, Sadaf lame, crazy and Masters students, wayward Singer there over a portrait so vivid that it seems to us of udirne entries, to perceive smells-and we almost tempted to dust off scrollarcene.