Cavalieri erranti. Fortuna e declino degli scacchi in Calabria (XVI-XVIII secolo) - 9788849842425

Cavalieri erranti. Fortuna e declino degli scacchi in Calabria (XVI-XVIII secolo): Il gioco degli scacchi conquista nuovi territori non solo per le sue qualità intrinseche, ma anche perché funzionale all'ideologia dei gruppi dominanti o emergenti. Dal XVI al XVIII secolo, la sua diffusione e legittimazione in aree periferiche come la Calabria è incoraggiata e gestita dalle grandi dinastie europee, in primo luogo da quella spagnola. Gli scacchi, metafora della società d'ancien regime, affermano le gerarchie esistenti, celebrano il potere assoluto del sovrano e l'arte della guerra, da sempre privilegio dei nobili. Gli scacchisti calabresi sono ritenuti tra i giocatori più temibili e sulle loro straordinarie imprese si raccontano aneddoti che li presentano come cavalieri erranti. Contesi e viziati dagli aristocratici, sono ricoperti di onori e ricchezze, ma la loro vita è difficile e avventurosa, la loro fortuna effimera e altalenante. Per primeggiare tra centinaia di bravi giocatori bisogna tenersi sempre in allenamento e avere nervi saldi poiché basta una sola sconfitta perché la gloria tramonti. Alla fine sono uomini sviliti e infelici, degni di compassione poiché vivono una vita raminga, subiscono aggressioni e spesso muoiono soli e in miseria.
Chess conquest New Territories not only for its intrinsic qualities, but also because the ideology of dominant groups or emerging. From the 16th to the 18th century, its dissemination and legitimation in outlying areas of Calabria is encouraged and managed by great European dynasties, first by the Spanish. Chess, a metaphor for the society of the ancien regime, say existing hierarchies, celebrate the absolute power of the sovereign and the art of war has always been the privilege of the nobility. The Calabrian chess players are considered among the most fearsome players and their extraordinary companies tell anecdotes that present them as errant Knights. Contested and spoiled aristocrats, are covered with honours and riches, but their life is difficult and adventurous, their ephemeral luck and bumpy. To stand out among hundreds of good players you need to keep fit and have strong nerves because just one defeat because the glory. In the end I'm deprived and unhappy men, worthy of compassion because they live a life of wandering, suffer assaults and often die alone and in misery.