Oltre il muro. Dialogo tra un mussulmano, un rabbino e un cristiano - 9788817078559

Oltre il muro. Dialogo tra un mussulmano, un rabbino e un cristiano: In questo libro si parla di un abbraccio: quello che Papa Francesco, Omar Abboud e Abraham Skorka si sono scambiati davanti al Muro del Pianto di Gerusalemme durante il primo viaggio del Pontefice in Terra Santa. Un gesto spontaneo e genuino compiuto da amici che da sempre condividono un dialogo fecondo pur professando fedi differenti, testimoniando una modalità unica di vivere l'esperienza religiosa. Antonio Spadaro indaga le ragioni profonde che hanno ispirato il viaggio di Bergoglio e, attraverso lo sguardo inedito di un ebreo e un musulmano che il Papa ha voluto vicini, ripercorre i gesti e le parole di quei giorni, segnati in Medio Oriente da tensioni crescenti: la visita al Santo Sepolcro, alla Moschea della Cupola e alla Grotta della Natività, l'incontro con i bambini dei campi profughi palestinesi e l'omaggio alle vittime dell'Olocausto al memoriale di Yad Vashem. Fino all'invito rivolto ai leader di Israele e Palestina: "Venite a pregare a casa mia". Scegliendo quella dell'amicizia e dell'empatia come strada privilegiata, Francesco ha scardinato tutti gli schemi, mostrando al mondo come per conquistare la pace non bastino accordi politici o diplomatici ma occorra un cambio di mentalità radicale che porti a non veder più nell'altro un nemico. Perché "la vita è un cammino, un cammino lungo, ma un cammino che non si può percorrere da soli. Bisogna camminare con i fratelli alla presenza di Dio".
In this book he speaks of a hug: what Francis Pope, Omar Abboud and Abraham Skorka exchanged before the wailing wall in Jerusalem during the Pontiff's first trip to the Holy land. A spontaneous and genuine gesture made by friends who always share a fruitful dialogue while professing different faiths, witnessing a unique mode of religious experience. Antonio Spadaro explores the profound reasons which inspired the trip of Bergoglio and through the eyes of a Jew and a Muslim that the Pope wanted to close, traces the words and gestures of those days in the Middle East, marked by rising tensions: the visit to the Holy Sepulchre, the Dome of the Mosque and the cave of the Nativity, the encounter with the children of Palestinian refugee camps and the homage to Holocaust victims at the Yad Vashem memorial. To the invitation addressed to the leaders of Israel and Palestine: "come to pray at my house". By choosing one of friendship and empathy as a privileged way, Francis has unhinged all schemas, showing the world how to win peace agreements are not enough politicians or diplomats but need a radical change of attitude, leading to look more in the other an enemy. Because "life is a journey, a long journey, but a journey that you cannot go alone. You have to walk with the brothers in the presence of God ".