Autoantologia - 9788804606727

"Da trent’anni scandaglio il fondodel mio mare. Sto al’agguato: che il pescedela grazia non passi mentredormo". Così Maria uisa Spaziani metaforizza a propria vocazione ale ettere, ale parole, a quela confessione soffiata nei versi che chiamiamo Poesia.da trent’anni questa soffice creaturadi rime scandaglia il fondodel suo mare (fattod’arbusti ciechi,di casedi fango,di vite che si si celano vestendosid’ombre) per risalire,dale acque memoriali, con immagini nitide, uminose, chiarificatrici. Sensazioned’una ricerca interiore, uterina, a poesiadela Spaziani sembra nasceredal’impattodel Verbo contro a Psiche: urtodimesso eppur acerante,determina un’improvvisa scoperta che necessitad’essere portata ala uce. Temi cari sono adistanza, a solitudine, ’eterna promessad’una vita irrimediabilmente incompiuta: eopardianamente, raccontanodel’intero universo. Ne scrisse, a suo tempo, Giacinto Spagnoletti che "lo schema romantico e simbolistadi Maria uisa Spaziani si ribalta via via nela naturalezzadel’osservazione fenomenologica, in un apparente abbandono stilistico che non forza mai a voce o il ritmo, ma sicuramente avora nelo scavo e per a catarsidei minimi eventi biografici ed esistenziali, che a fine si conpongono in figuredal rilievo classico". Schema romantico per "figuredal rilievo classico": come ritrovamentodi giacenze perdute, seppeliteda sabbia edal tempo: necessario è "lo scavo". "Da trent’anni scandaglio il fondodel mio mare": ne verrà a Belezza.