L'amore che cura. La medicina, la vita e il sapere dell'ombra - 9788807105333

L'amore che cura. La medicina, la vita e il sapere dell'ombra: Il progresso della medicina, come quello di ogni altro campo del sapere attinente all'uomo, sembra affidato allo sviluppo tecnologico. La diagnostica per immagini rende visibile il dettaglio e in chirurgia le conquiste della robotica permettono di intervenire in modo sempre più selettivo. La conoscenza dell'individualità del paziente sarebbe quindi più precisa grazie alla capacità di cogliere aspetti sempre più fini e caratterizzanti. Tuttavia, spiega Giovanni Stanghellini, l'indagine sul paziente nelle sue componenti più minute non ha lo scopo di personalizzare la diagnosi e la cura, ma piuttosto di ridurre ciò che è personale a una categoria generale e dunque astratta. Psichiatra e psicoterapeuta, Stanghellini sa bene che ciascuna persona, con le sue risorse particolari e le sue fragilità, configura la malattia in maniera assolutamente individuale. E dimostra che la medicina ha bisogno di uno sguardo esterno e laico che sappia cogliere la sua idolatria per il cono di luce del proprio sapere. Uno sguardo disposto ad affrontare l'inquietudine di chi rinuncia alla sicurezza dell'astrazione e della classificazione disciplinare per comprendere ogni sofferenza rispettandone la singolarità. Che cosa significa scoprirsi vulnerabili? Che cosa vuol dire attraversare l'esperienza della malattia? È questa la zona d'ombra della medicina, che richiede di essere esplorata per ciascun paziente, ogni volta. Il riconoscimento della persona e della sua unicità non è solo un'opzione etica, ma un vero e proprio vincolo epistemologico per la buona prassi della cura.
The progress of medicine, like that of every other field of human-related knowledge, seems to be entrusted to technological development. Imaging makes the detail visible and in surgery the achievements of robotics allow to intervene in an increasingly selective way. The knowledge of the individuality of the patient would therefore be more precise thanks to the ability to grasp increasingly fine and characterizing aspects. However, explains Giovanni Stanghellini, the investigation of the patient in its smallest components is not intended to personalize the diagnosis and care, but rather to reduce what is personal to a general category and therefore abstract. Psychiatrist and psychotherapist, Stanghellini knows that each person, with his particular resources and frailties, configures the disease in an absolutely individual way. And it shows that medicine needs an external and secular look that can grasp its idolatry for the cone of light of one's knowledge. A gaze willing to face the restlessness of those who renounce the security of abstraction and disciplinary classification to understand every suffering while respecting its singularity. What does it mean to be vulnerable? What does it mean to go through the experience of the disease? This is the shadow area of medicine, which requires to be explored for each patient, every time. Recognition of the person and his uniqueness is not only an ethical option, but a real epistemological constraint for the good practice of care.